BOLDINI, BAUDELAIRE E BELLANDI: TRE CREATIVI AL CUBO UNIPOL

Boldini – Lady Nanny Schrader,  courtesy Galleria Bottegantica, fonte: Staff CUBO

BOLOGNA. Boldini, Baudelaire e Bellandi, tre autori che evocano la bellezza, tre creativi assoluti accomunati, curiosamente, dalla stessa iniziale del cognome. Sono queste le premesse su cui si struttura l’interessante mostra al Cubo Unipol di Bologna fino al 6 gennaio.

Questi i dettagli desunti dal comunicato stampa:

CUBO, Spazio ARTE avvia la nuova stagione espositiva con Modernità e Bellezza, i temi della nuova
mostra del Patrimonio Artistico del Gruppo Unipol. Grazie al capolavoro di Giovanni Boldini, il
celebre Ritratto di Lady Nanne Schrader (1903) – courtesy Galleria Bottegantica, Milano e ad un
corpus di opere del Patrimonio di Gruppo di Luca Bellandi integrato delle sue più recenti produzioni,
si ricordano i 200 anni della nascita del poeta della modernità, Charles Baudelaire.
L’idea della mostra nasce infatti dall’opera Le Peintre de la vie moderne (1863), in cui l’omaggio al
pittore parigino Constantin Guys, consente a Baudelaire di esprimere le proprie posizioni sulla
produzione artistica del suo tempo: “La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà
dell’arte, la cui altra metà è l’eterno e l’immutabile. Esiste una modernità per ogni pittore antico; la
maggior parte dei bei ritratti che ci restano delle epoche passate sono vestiti di abiti della loro epoca.
Sono perfettamente armoniosi, perché l’abito, l’acconciatura e perfino il gesto, lo sguardo e il sorriso
formano un tutt’uno di completa vitalità”.
“Nonostante la nozione di modernità sopra citata venga applicata da Baudelaire a diverse tematiche,
è chiaro che non solo il ritratto sia il genere più atto a trasmettere la verità del suo tempo, ma che
data l’importanza accordata all’abito, all’accessorio, alla moda e alle posture, Baudelaire lasci
intendere che il soggetto femminile sia il più emblematico simbolo della sua epoca”. Con queste
parole, la storica dell’arte Alice Ensabella, autrice del testo in catalogo, mette in luce il tema centrale
della mostra, la modernità che conduce all’ideale di bellezza e che ha ispirato il certamente insolito –
e sicuramente azzardato – dialogo tra Giovanni Boldini e il suo Ritratto di Lady Nanne Schrader e un
gruppo di opere dell’artista livornese Luca Bellandi presentati in mostra.
Nella poetica di Baudelaire l’abito non è più accessorio, ma costituisce l’elemento che definisce colei
che lo indossa, diviene parte di lei, si fonde con la sua personalità rendendola eterna.
Stupisce come la stessa poetica venga così chiaramente espressa da Giovanni Boldini nella serie delle
“divine” di cui fa parte il Ritratto di Lady Nanne Schrader, realizzato nel 1903 e il cui fascino viene
reso immortale dall’abito fluttuante grazie alla virtuosa pennellata dell’artista.

Nella concezione dell’abito come elemento contingente ed eterno, il pittore livornese Luca Bellandi
unisce tempi storici diversi, esclude la riconoscibilità del modello vivente ma racconta la storia di chi
lo ha abitato, conferendo all’accessorio un valore di segno dell’anima di colei che lo ha indossato, un
elemento che ne possa perpetuare l’esistenza.
Il presente omaggio a Charles Baudelaire proposto attraverso due artisti così lontani stilisticamente e
cronologicamente, dimostra quanto la sua poetica sia stata non solo arguta e rivoluzionaria per il suo
tempo, ma anche quanto questa sia ancora oggi estremamente attuale e continui ad ispirare la
pittura contemporanea.
In mostra sarà presente il recente video realizzato durante l’esecuzione della tecnica del monotipo da
Luca Bellandi nei laboratori di Arti Grafiche della Torre di Sassocorvaro Auditore (PU) per le
Edizioni Benciv Art Gallery e presentato al Museo ARCA di Teramo in occasione della mostra
PRESSURE. Linguaggi della grafica d’arte contemporanea, a cura di Umberto Palestini in
collaborazione con Arti Grafiche della Torre. Il video evidenzia ancora una volta come territori della
tradizione artistica, quali la stampa d’arte, possano diventare spazi di sperimentazione e d’indagine
per autori contemporanei.
CUBO è il museo d’impresa del Gruppo Unipol, uno spazio dove la cultura viene condivisa. Raccontiamo
il patrimonio, la storia di Unipol e il ruolo sociale dell’assicurazione con il linguaggio della cultura e
dell’arte, consapevoli che la cultura è il principale strumento di sviluppo, inclusione e dialogo sociale.

FONTE. Testo e foto inserti al solo scopo di presentare l’evento, Staff CUBO