CELEBRAZIONI PER IL V CENTENARIO DELLE NOZZE DI CAMILLA GONZAGA E PIER MARIA III DE’ ROSSI DI SAN SECONDO

Ritratto di Camilla Gonzaga coi tre figli, di Parmigianino, 1540, fonte : Wikipedia

VESCOVATO. I festeggiamenti per il V centenario delle nobili nozze prenderà avvio con la conferenza del prof. Erminio Morenghi che si terrà il 20 aprile 2023 alle ore 18.00 negli spazi della locale Biblioteca Comunale «Giuseppe Bonisoli». Il relatore rievocherà questo solenne avvenimento, avvenuto nella primavera del 1523, che interessò le terre che si estendevano tra il Cremonese  e la Bassa Parmense, quindi tra l’Oglio e il Po, e che vide come protagonisti Camilla Gonzaga, figlia del primo Signore di Vescovato Giovanni e di Laura Bentivoglio, nata a Mantova intorno al 1500, e Pier Maria III de’ Rossi, secondo marchese e settimo conte di San Secondo, figlio di Trolio I e di Bianca Riario nonché nipote di Giovanni de’ Medici detto delle Bande Nere. Si trattò di un vero matrimonio del secolo che imparentò due casati illustri che dominarono lo scenario storico del Nord d’Italia con illustri incarichi presso le corti italiane ed europee più in vista a partire da quella pontificia. Camilla, nipote del marchese Francesco II e di Isabella d’Este, portò in dote 6000 ducati suddivisa, secondo le usanze del tempo, in arredi, abiti gioielli e denaro. Il contratto matrimoniale fu stipulato a Mantova il 13 febbraio 1523 e sottoscritto dai contraenti con l’approvazione della famiglia Gonzaga e di Bianca Riario, madre dello sposo. La giovane sposa partita dalla rocca di Vescovato, arrivò, come sostiene il Pochettino, a San Secondo “al primo romper di primavera”.  Grande fu il giubilo del casato de’ Rossi e dei sudditi nell’accogliere Camilla dato i suoi illustri natali. Gli sposi, giovani, belli, nobili e fieri  furono festeggiati per lunghi mesi con il plauso della nobiltà italiana. La suocera di Camilla, Bianca, donna dal carattere forte come del resto la madre Caterina Sforza, rimase sempre a fianco del figlio e della nuora dispensando consigli a livello diplomatico e collaborando allo sviluppo architettonico della Rocca da lei avviato. Fu sempre lei a provvedere alle feste, agli apparati e agli addobbi per accogliere nel miglior dei modi Camilla che sicuramente nutriva qualche timore, presto fugato, nel dover lasciare la dimora paterna, ossia il feudo di Vescovato. Dopo giorni di intensa attività nel preparare la Rocca di San Secondo ad accogliere la giovane sposa, Bianca Riario spedì gli inviti ai parenti,  alle migliori famiglie (cavalieri, dame, damigelle, paggi scudieri e famigli), del Mantovano, del Parmense, Piacentino, d’oltre Po e d’oltre Enza legate ai Rossi da vicoli parentali ed amicali, a uomini illustri d’ arme come Giovanni de’ Medici, ad alti prelati, poiché “ella avrebbe a grande onore se fosser rimasti serviti in sua Rocca per quanto tempo loro piacesse”.  L’entrata in San Secondo degli sposi  fu davvero magnifica e superba. Di maestoso aspetto, Camilla cavalcava a fianco del marito, anch’egli in sella a un magnifico destriero. Lei radiosa e sorridente, lui dal portamento eroico, con la barbetta bionda, dal fisico altletico e con “un non so che d’imperioso e di guerriero che traspariva da tutti i suoi atti e moti”. La fortuna aveva baciato il casato dei Rossi di San Secondo e Pier Maria ne era consapevole e gioiva in cuor suo di aver conquistato una così bella e nobile moglie.  “ Tutto il castello era in giocondo rumore di festa: continui sonavan gli evviva agli sposi, i mormorii di ammirazione per la loro diversa bellezza. Quando il corteo nuziale entrò nel cortiletto d’onore, chiuso dall’elegante porticato di puro rinascimento e tutto frescato a vivaci colori, dal parapetto del loggiato sovrastante, dame e cavalieri affacciati in un’orgia magnifica di luce e di colori, lanciarono sopra gli sposi delle vere nubi di fiori”. La giovane coppia salì lo scalone principale, guadagnando il salone regale sotto i riquadri cinquecenteschi della volta. Qui Bianca Riario abbracciò, con grande dignità  e commozione, la sposa e il figlio, presagendo che “un nuovo ordine di glorie cominciasse per la sua grande casata”. Quel primo abbraccio con Camilla suggellò un  rapporto reciproco di amore, intesa e fiducia. 

Il matrimonio fu allietato dalla nascita di dieci figli, in maggioranza maschi. Il primogenito Troilo II, nato nel 1524, diverrà il successore del padre. Camilla, in assenza del marito impegnato nel mestiere delle armi, resse il feudo rossiano con abili doti diplomatiche, tenendosi in costante contatto con le corti amiche di Mantova  (soprattutto con la zia Isabella d’Este e il cugino Federico II) e di Firenze, che  le garantirono l’appoggio militare nel difendere uno Stato fragile minacciato più volte dai vicini Farnese o dal ramo dei Rossi di Corniglio. La Rocca di San Secondo si abbellì sempre di più grazie al gusto estetico di Camilla che importò nella sua corte padana il fasto innovativo dell’architettura di Giulio Romano, attivo a Mantova nel grande cantiere di palazzo Tè e sostenuto da una nutrita cerchia di collaboratori, alcuni dei quali opereranno a San Secondo. Il mecenatismo dei coniugi de’ Rossi è testimoniato , oltre che dai lavori negli appartamenti della Rocca (Sala dell’asino d’oro, sala dei Cesari, sala delle gesta rossiane), da due ritratti di Camilla Gonzaga coi tre figli e di Pier Maria Rossi  ora conservati nel Museo del Prado e dipinti da Francesco Mazzola detto il Parmigianino tra il 1535 e il 1539 durante la sua permanenza alla corte di San Secondo. Il relatore si soffermerà ad analizzare le due opere dal punto di vista stilistico e tematico e a commentare lo scavo psicologico operato sulle figure ritratte da uno degli esponenti più geniali della maniera emiliana cinquecentesca. Camilla e Pier Maria furono legati da un rapporto di reciproca stima e affezione, anche a Pietro Aretino, grande estimatore e amico di Giovanni de’ Medici, noto per la pronuncia caustica dei suoi componimenti e delle sue missive.

Le celebrazioni del V centenario delle nobili nozze continueranno  a Vescovato nel mese di maggio con un corteo di figuranti in costume d’epoca provenienti da San Secondo, dove si terrà in parallelo la rievocazione storica di questo fausto evento.