FELLINI E LA ROMAGNA NEGLI SCATTI DI BECCHETTI

Uno scatto di Becchetti in mostra

GAMBETTOLA. Il tempo, lo sguardo, la visione. Allo spazio della Stazione degli Artisti (p. Martiri d’Ungheria) resterà aperta fino al 25 febbraio la mostra inedita che nelle foto di Sandro Becchetti “Romagna sua. La terra di Fellini”, omaggio al legame del regista con la terra natia, e con  l’ispirazione, più volte citata nelle sue pellicole, che gli veniva suggerita dalle origini gambettolesi della famiglia.

50 scatti fotografici vanno alla ricerca dell’immaginario felliniano in un percorso nell’identità romagnola, che si snoda dal mare all’entroterra: la spiaggia solitaria, il ballo, le piadaiole, comprendendo gli scatti fatti dal celebre fotografo romano a Federico Fellini: intensi primi piani del regista, anc0’essi mai esposti prima.

Un evento di grande rilievo artistico e culturale reso possibile dall’impegno congiunto dei vari soggetti che si sono adoperati per la sua realizzazione, per il Comune di Gambettola in prima persona da Serena Zavalloni, in collaborazione con l’Archivio Sandro Becchetti nella persona della moglie Gianna Bellavia, da Valentina Gregori curatrice e Gerardo Martorelli, consulente tecnico iconografico, con il sostegno diUnica Reti S. p. a., della Stamperia Pascucci e dell’associazione Circuiti Dinamici.

Sandro Becchetti iniziò l’attività di fotografo nella seconda metà degli anni Sessanta, collaborando con testate italiane (la Repubblica, l’Unità, Paese Sera, L’Espresso, Sipario) e media internazionali (Life, Liberation France, Presse BBC) realizzando una documentazione attenta e critica sulla realtà sociale, politica e culturale italiana. Nel 1980 decise di abbandonare la fotografia, considerata da lui sempre più orientata verso una comunicazione da rotocalco, e tornare a sue vecchie passioni, quali la lavorazione del legno e della ceramica e alla scrittura. Riprese a fotografare nel 1995, dopo quindici anni di volontario ritiro proseguendo fino alla scomparsa, nel 2013.

Proprio Gambettola, sottolinea Riccardo Pascucci, rappresentò per il fotografo il punto d’origine della ispirazione felliniana.

«É come vedere gli occhi di Fellini riflessi negli occhi di Becchetti. Riviviamo le stesse emozioni provate nel 2001 quando Becchetti venne a  alla ricerca delle origini di Fellini. La casa della famiglia di Fellini rischiava di essere abbattuata e Becchetti disse all’allora sindaco Daniele Zoffoli: « Salvate la casa e io vi regalo le foto fatte sul set di “Prova d’orchestra». Oggi quella casa è un vanto per Gambettola».

Scrisse Becchetti: «Una volta Fellini confidò ad un’amico che quella vocina inconfondibile era dovuta al terrore che aveva della nonna, una “zodora” di Gambettola … Sono passato per Gambettola, per Rimini … ma ho avuto l’impressione che ormai Fellini non abiti più qui.

Per fortuna, lui ci ha lasciati di quella Romagna, il ricordo di personaggi unici, mai banali, mai totalmente cattivi o totalmente buoni».

Becchetti in quegli anni realizzò inoltre un documentario: “Amarcord Gambettola”, cbe partiva dei nonni paterni del regista. Nel 2001 espone i suoi celebri ritratti di personaggi famosi alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, al Si fest di Savignano e in altri comuni romagnoli.

Il lungo e sentito rapporto con la Romagna, dice la consorte Gianna Bellavia, lo spinse a illustrarla in fotografia sotto ogni aspetto della vita e della tradizione: «il mio grande desiderio sarebbe che questo patrimonio di immagini romagnole fosse presentato anche alla Malatestiana, dove esiste un fondo molto bello di ritratti donato dopo la mostra del 2001, e che il suo allestimento fosse proposto anche all’interno del “museo diffuso Fellini” di Rimini, come um omaggio alla romagnolità e alla genialità di Fellini».

«Uno sguardo – per la curatrice Valentina Gregori – che Becchetti ha posato con amore sulla Romagna sia come fotografo che come meraviglioso scrittore, accompagnando  sempre le sue immagine con didascalie che erano pensieri, riflessioni, appunti di viaggio di una visione in ascolto. Frammenti di volti, paesaggi, uomini e donne, i suoi scatti in bianco e in nero sono un cortocircuito del tempo che dona la possibilità di racconto, lasciando che sia proprio il suo autore a condurre il gioco della parola». Offrendo, parole di Becchetti: «la possibilità di contemplare in un unico sguardo tutte le immagini possibili».

(orari: sabato e domenica 10-12 e 16-19)

MARCELLO TOSI