RIMINI.Si può raccontare la Shoah con i fumetti? Per non dimenticare, per non ripetere, è quasi un dovere morale riportare a galla l’orrore, farlo conoscere perché lo si eviti per sempre. E se film, libri, quadri e composizioni musicali hanno saputo rappresentare Auschwitz, perché non lo potrebbe fare anche questa peculiare forma d’arte?
Domande a cui si accinge a dare risposta il nuovo progetto del Comune di Rimini-Attività Educazione alla Memoria e Fellini Museum in collaborazione con l’Isrec, Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea della Provincia di Rimini ETS.
Una carrellata di suggestive immagini e tavole tratte dai più noti fumetti che hanno affrontato il difficile e tragico tema dell’Olocausto (da “Maus” di Spiegelmann ad “Auschwitz” di Pascal Croci a “Yossel-april 19, 1943” di Joe Kubert) nella mostra ‘I fumetti e la Shoah. L’immagine al servizio della memoria”, aperta al pubblico dal 27 gennaio (inaugurazione ore 17) al 10 marzo alla Sala d’Isotta di Castel Sismondo, a cura del Mémorial de la Shoah di Parigi.
A fianco della mostra tre incontri. Il primo il 17 gennaio (16.30) online su piattaforma zoom “Immagini e parole, malgrado tutto. I graphic novel raccontano la Shoah” con Alessandro Cattunar, storico e insegnante (per iscrizioni: informazionieprenotazioni@gmail.com).
Seguiranno il 26 gennaio (16) alla Sala Ressi: “Insegnare la Shoah e i genocidi col linguaggio dei fumetti” con Caroline François, coordinatrice mostra, e il 29 gennaio (17.30) alla Cineteca comunale la presentazione del volume “E presa la decisione di espatriare, Storia di una famiglia ebraica tra persecuzione e dopoguerra” dl Francesca Panozzo . Ne parlerà con l’autrice Laura Fontana, responsabile Attività Educazione alla Memoria del Comune di Rimini.
MARCELLO TOSI
(*) La rivista Maus è disponibile in diverse edizioni commentate, fra cui la seguente, da cui è tratto il particolare della copertina: https://www.amazon.it/Maus-Art-Spiegelman/dp/310397535X