GIOVANNI BATTISTA MONDINI: IL DESTINO DELLA SCULTURA

Giovanni Battista Mondini accanto alla poetessa Alda Merini

ORZINUOVI. Ci sono amici che si frequentano per lungo tempo. Poi le strade della vita portano altrove, ma l’affetto resta comunque. E così pure i ricordi. Tuttavia, a volte, quasi per caso, incontri nuovamente questi amici e scopri che nulla è cambiato, se non l’incedere degli anni.

Così mi è capitato di avere il piacere di stringere una profonda amicizia con Giovanni Battista Mondini (http://digilander.libero.it/scultoremondini/), raffinato scultore con cui abbiamo condiviso momenti artistici indimenticabili: dalla presentazione delle sue personali alla svelatura delle sue statue. Eventi che ho avuto l’onore e il piacere di presentare.

Ma anche rocambolesche “fughe artistiche”: come quella a Bergamo per vedere le opere di Manzù sotto un diluvio universale e concludere il tutto con un pranzo pantagruelico. Poi ci siamo un po’ persi di vista. Capita. Così come è bello ritrovarsi.

Giovanni Battista è stato a lungo legato da una solida amicizia con Alda Merini, la grande poetessa dei Navigli. E ne conserva intatta la memoria nei ricordi che spesso è chiamato a evocare in platee illustri. In nome del nostro affetto, Mondini ha trovato tempo per rispondere alle mie domande sul suo appassionante lavoro. Lo ringrazio di cuore.

Giovanni B. Mondini, Opera danzante

Quando hai iniziato a scolpire?

Ho sempre avuto questa vocazione, se si può dire, perché mi è stata donata da Dio. Di questo talento si accorse la mia maestra alle scuole elementari, quel giorno che mi chiese di fare un disegno, crescendo ebbi la fortuna di incontrare artisti molto noti che mi hanno dato la possibilità di imparare e di confrontarmi a loro. La voglia di creare era tanta e nell’anno duemila decisi di fare solo questo lavoro e, fortunatamente, non ho mai smesso.

Come si è evoluto il tuo stile?

Noi artisti solitamente all’inizio della carriera abbiamo un’impronta di stile classico.

In seguito, i collezionisti, i galleristi e i critici d’arte ci orientano in una direzione personalizzata. Le mie opere sono d’impronta classica, lascio piccoli segni che evidenziano il mio operato, è qui che sono riconosciuto e apprezzato dai miei collezionisti.

Giovanni B. Mondini, Papa Paolo VI

Preferisci qualche soggetto in particolare?

Non ho preferenze specifiche i soggetti sacri o profani sono tutti molto interessanti, quando si realizza una qualsiasi opera d’arte bisogna studiare bene sia la storia che la tecnica di esecuzione. L’ artista, quando vive della propria arte, deve assecondare le richieste dei committenti pur mantenendo l’impronta e il carattere dell’artista.

Hai avuto la fortuna di avere un rapporto speciale con la poetessa Alda Merini, ce ne puoi parlare?

La nostra è stata una bellissima amicizia, la poetessa aveva pochi amici fidati e anch’io facevo parte di quella rosa ristretta, eravamo circa otto discepoli, come lei amava definirci, tutti con attività e ambizioni diverse, c’erano il fotografo, l’editore, il cantante, lo scultore ecc. ecc. Tutti avevamo un unico compito, seguire la Merini. Io mettevo in atto i suoi pensieri e le sue poesie trasformandole in sculture. La poetessa Alda Merini è stata una grande maestra, un genio ed una grande amica.

Secondo te che posto occupa la scultura, arte fra le più antiche, nella contemporaneità?

L’arte fa parte del vivere comune, esiste l’arte dei mestieri dell’architettura della scienza e del   pensiero con la poesia e la recitazione, poi arriva la pittura e la scultura. Ogni tipo di arte corre sullo stesso binario, ma se dovessi scegliere tra pittura e scultura, mi orienterei subito sulla scultura per praticità, le statue, le posso collocare in un ambiente chiuso e coperto altrimenti le posso sistemare anche in un giardino lasciandole in balia delle intemperie naturali cosa che, per la pittura, è impossibile fare, nemmeno un murale resisterebbe per sempre.

Giovanni B. Mondini, Visitazione

L’arte e la scultura possono questo difficile momento storico caratterizzato dal diffondersi del COVID-19?

L’arte aiuta sempre nei tristi momenti della vita, l’opera d’arte è comunicatrice aiuta a riflettere e gioire altrimenti a ricordare. Il Covid-19 non ha toccato solo l’Italia ma si è espanso in tutto il mondo e tale fa parte della storia dell’intera umanità, è un avvenimento eccezionale per la forza esistenziale di questo virus e per le vittime che ha provocato. Ogni città o nazione dovrebbero erigere monumenti artistici per ricordare questo triste momento affinché non si possa più ripetere.

AUTORE : SIMONE FAPPANNI (Riproduzione riservata). Si ringrazia l’Artista per l’autorizzazione a riprodurre alcune sue opere.