IL VIDEO DELLA CANZONE “KLIMT” DI GIO EVAN E I RIFERIMENTI ALLE OPERE DEL GRANDE PITTORE AUSTRIACO

Gustav Klimt nel 1905 fonte immagine Wikipedia

MILANO. Nel video della canzone “Klimt” del cantautore e scrittore pugliese, Gio Evan, il titolo fa riferimento al pittore della “Secessione Viennese”, ci sono diverse citazioni artistiche che fanno, del video stesso, un’opera che potremmo definire di video-arte. Il filmato inizia con l’autore che si presenta, con pipa e orecchio fasciato, con un chiaro riferimento al celebre autoritratto di Van Gogh con l’orecchio tagliato. Il cantautore comincia la canzone nominando Fibonacci, il grande matematico del XIII secolo noto, soprattutto, per la cosiddetta, “Successione di Fibonacci”, che in matematica indica una successione di numeri interi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti, situazione, questa, molto utile per il calcolo delle probabilità. Ebbene, a questa serie si dedicò, dalla fine degli anni sessanta, per realizzare alcune sue opere, Mario Merz, uno degli artisti italiani più importanti, anche a livello internazionale, protagonista dell’“Arte Povera”, il movimento artistico d’avanguardia, teorizzato dal genovese Germano Celant, recentemente scomparso. Ovviamente, poi, non poteva mancare la citazione su Klimt, che dà il titolo alla canzone, per proseguire con Damien Hirst, uno degli artisti contemporanei più famosi nel mondo, autore della celeberrima opera, del 2007, che ha per protagonista un teschio umano, fuso in platino, e arricchito con più di 8.000 diamanti. Il video prosegue con una donna con gli occhi bianchi e anche questa immagine ci riporta ad un altro esponente dell’“Arte Povera”, Giuseppe Penone, che, nel 1977, realizzò un libro, “Rovesciare gli occhi”, accompagnato da una sua foto-opera, dove l’artista piemontese si presenta con delle lenti a contatto bianche che ci fanno intuire, visto il titolo, al fatto di doversi guardare dentro, e di guardare dentro le cose, rovesciando, appunto, gli occhi, certamente metaforicamente. Si continua con un altro famoso quadro che viene qui, messo in scena, “Gli amanti”, di Magritte, dove si vedono due figure con la testa coperta da un panno, nell’atto di baciarsi. L’ultimo artista chiamato in causa nel filmato della canzone è Matisse, infatti c’è la riproduzione dell’opera, “Icaro”, un particolare tipo di collage che il pittore francese fece intorno alla metà degli anni ’40. Insomma, una canzone accompagnata da un video che è un condensato di immagini, citazioni, riferimenti artistici che diventa, come detto prima, un’opera di video-arte dove le parole della canzone, e la musica, fanno da collante ad un discorso continuo, veloce, suggestivo, capace di coinvolgere emotivamente lo spettatore-ascoltatore. Ancora una volta il linguaggio dell’arte sta a dimostrare che non è scollegato, che non separa, che non allontana, ma unifica e trasporta il passato attraverso il presente per raggiungere il futuro, perché l’arte, anche se si gira a guardare indietro, lo fa per un attimo, quel tanto che basta per catturare quello che c’è di interessante e riproporlo sotto una nuova veste, un nuovo significato, una nuova vita!   

ALFONSO TALOTTA

Il video della canzone di Evan