LODI. S’intitola “Lux” la mostra personale dell’acquerellista Liana Morgese allestita, dal 31 gennaio (inaugurazione ore 17) al 19 marzo alla Sede della Fondazione Bipielle, Via Polenghi Lombardo presso lo Spazio Tiziano Zalli.
Nata a Brescia, dove vive e lavora, Liana Morgese muove i primi passi nel mondo artistico sotto la guida del maestro Antonio Gigante prediligendo la tecnica dell’acquerello.
Ha fatto parte del gruppo Incontri di Brescia. Dal 1999 partecipa attivamente a manifestazioni artistiche nel corso delle quali ha riscosso lusinghieri consensi. Nel 2003 ha vinto il secondo premio del Concorso nazionale di Pittura ad acquerello “Mario Dibi” di Grosseto e il terzo premio al “Concorso nazionale Cremona 2000”. Nel 2002 tiene la prima mostra personale a Ome (Bs) successivamente espone in diverse località.
Fa parte dell’Associazione Italiana Acquerellisti, con la quale partecipa a manifestazioni nazionali e internazionali (Polonia, Colombia).
Alcuni acquerelli donati si possono trovare negli archivi del Sharjah Art Museum (Sharjah, United Arab Emirates), Comune di Pavone Mella, Associazione Italiana Acquerellisti, Fondazione Museo Bolivariano (Museo Bolivariano de Arte Contemporaneo, Santa Marta, Colombia).
«Sono acquerelli astratti, acquerelli di luce, spiega il curatore, Simone Fappanni, quelli di Morgese. Al di là di ciò che forse verrebbe da ipotizzare la tecnica dell’acquerello non è praticata soltanto da artisti figurativi, ma anche da astrattisti, con risultati spesso sorprendenti.
Ne costituisce un eccellente esempio il percorso creativo di Morgese. Questa raffinata artista è infatti riuscita a intraprendere un inter compositivo fondato sullo studio della luce attraverso i colori con i pigmenti ad acqua, pervenendo alla costituzione di opere, anche tridimensionali, che rimandano a una profondità empirica sottile e intensa.
I quadri di Liana sono acquerelli di luce, armonie nascenti che nascono e si svolgono nel bagliore di un istante, nella consistenza ovattata della carta da cui paiono trarre origine e ritornare in continuazione.
Un filo conduttore ininterrotto che porta questo discorso verso una meditazione dove la minima variazione di colore, anche la più piccola, anche quella più estrema riposta nella appartenente più semplice velatura, diventa il vincolo e al contempo l’incipit di un desiderio: quello di trovare nel bianco – che sulla tavolozza dell’acquerellista di fatto non esiste – quelle correnti, emotive, da cui si dipartono pensieri inespressi, se non con il colore».
La rassegna è visitabile gratuitamente da lunedì a venerdì dalle ore 9,30 alle ore 12,30 e dalle ore 15,00 alle ore 16,30; sabato, domenica e festivi chiuso. Depliant monografico in mostra.