METROPOLIS 2.0: MOSTRA PERSONALE DI CLAUDIO PEZZINI ALL’ACCURSIO DI MILANO

Una metropoli di Pezzini

MILANO. S’intitola “Metropolis 2.0” la mostra personale del pittore Claudio Pezzini all’Accursio di Milano. La rassegna è visitabile dal 21 marzo al 13 aprile. In esposizione una serie di dipinti che ritraggono il fascino, ma anche il mistero, delle grandi città, contrassegnate da enormi grattacieli, da strade contraddistinte da veicoli di ogni tipo e di persone che si spostano in continuazione.

Residente a San Martino del Lago, fin da bambino manifesta una naturale inclinazione verso l’arte e soprattutto una forte propensione per il disegno e il colore che diventano il centro della sua ricerca creativa.ù

Inizia a dipingere a olio sperimentando con entusiasmo le potenzialità di questa tecnica: dopo l’acquisizione dei fondamentali rudimenti espressivi, passa all’attenta osservazione delle opere dei maestri del Novecento e delle avanguardie storiche che diventano i suoi primi modelli stilistici, per arrivare a maturare progressivamente un approccio personale e alquanto originale.

Espone frequentemente in Italia e all’estero conseguendo positivi consensi di critica e pubblico.  Prima di questa personale ha esposto con successo all’Officina dell’Arte di Piacenza, all’Adafa Lab di Cremona, al Centro Arte Perini di Castelvetro Piacentino e allo Spazio Arte di Piacenza.

«Sono veri e propri “segreti metropolitani” – spiega Fappanni nel catalogo che accompagna la mostra  – quelli descritti anzi evocati dalla pittura di Pezzini, segreti che risiedono nel mistero di agglomerati urbani che a causa della loro immensità generano spesso un senso di spaesamento.

Questi dipinti, in cui prevale contrasto fra il bianco e il nero, richiamano alla mente scenari che diventano visioni: quelle di città in cui la massificazione è tale per cui l’individuo viene fagocitato ed è quasi sopraffatto ma allo stesso tempo ne è talmente attratto da rimanerne conquistato. Lontano anni luce dal rassicurante paesaggio bucolico, il vedutismo Claudio Pezzini ci porta addirittura su di una altura per contemplare scenari che nella loro vastità incutono un certo timore e allo tempo costituiscono un’attrattiva che si comprende solo in parte e che l’arte del pittore cremonese aiuta a svelare. Ciò avviene sia quando le le strade sono deserte, ma anche quando i lunghi viali vengono attraversati a folle velocità da auto che, paradossalmente, nella loro diversità sembrano tutte uguali perché hanno in comune quel senso di voler sembrare sfuggenti, come lo sono i conducenti che neppure si riescono a intravvedere oltre il parabrezza».