CODOGNO (LO). Gli spazi dell’ex Ospedale Soave di Codogno ospitano la quindicesima edizione della mostra “La forza della donna” che vede esposti i lavori dei soci dell’Acav dal 5 marzo (inaugurazione ore 17,30 con presentazione di Simone Fappanni) al 13 marzo. L’esposizione è curata da Emma Azzi, presidente del sodalizio.
In esposizione opere di Giovanna Ferrari, Dioniso Ciampolillo, Imad Al Chamali, Adelia Polenghi, Arianna Bianchi, Caterina Mariani, Giacomo Mazzari, Maria Camilla Rita Rap, Arduino Quintini, Pierangela Pagani, Antonella Agnello, Michela Grossi, Gabriella Grazzani, Stefania Beduschi, Emma Azzi, Enrica Groppi, Giovanni Martinelli, Irene Bernardi, Benedetta Martini, Roberto Patola, Giuseppe Torresani, Enrica Carla Lauria, Ambrogio Ferrari, Andrea Baldi, Nicoletta Reinach Astori, Angela Riboldi, Maria Peverali Natalia Shchedrova, Marisa Bellini ed Elena Bianchi.
«La forza delle donne – scrive Fappanni nella presentazione – si rivela quotidianamente ma forse si è troppo miopi per accorgersene. Ecco perché la mostra dell’Acav pone al centro la “l’universo rosa”.
E lo fa guardando all’universo femminile in tante delle sue infinite sfaccettature attraverso l’estro e la creatività di pittori, grafici, fotografi e scultori che, pur nelle loro diverse e specifiche ricerche espressive, hanno un denominatore comune: il desiderio di comunicare emozione.
Elemento, questo, che si esprime attraverso colori, luci e segni che rimandano a una complessità affascinante, quello dell’essere donna, attraverso diversi angoli d’osservazione. Ed è proprio la molteplicità di “sguardi” che rende a pieno il concetto di “forza”, riferita, dunque, non a un’azione particolare o a un determinato episodio, delle donne.
Una forza che va oltre la mera fisicità, oltre il corpo in quanto tale, manifestandosi in un’interezza che solo l’arte, non solo quella plastica, riesce a cogliere, se non a comprendere.
Tornano in mente il celebre adagio di sir William Golding, secondo cui “le donne moltiplicano e migliorano i doni che ricevono”. Ed è così anche nell’arte, sia in quanto pittrici, sia in quanto soggetto infinito per autori di ogni epoca e altezza culturale, dalle prime forme scultoree antropomorfe, le cosiddette Veneri mobiliari eseguite milioni di anni fa, che richiamano direttamente la maternità, sia i lavori più recenti, eseguiti anche con tecniche legate all’informatica, che ne rappresentano ancora una volta l’essenza e l’unicità».
L’esposizione, a ingresso libero nel rispetto delle vigenti norme anti Covid-19, è visitabile dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,00. Domenica 13 marzo, alle ore 17,00, è previsto un buffet all’aperto per il finissage.
GALLERIA D’IMMAGINI. Alcune opere in mostra. Si ringraziano gli artisti espositori per averne concesso la riproduzione.