COSMOGONIA GNOSTICA E GRADI DELLA CONOSCENZA NELL’INTERPRETAZIONE DELLE SCRITTURE

Il Vangelo apocrifo di Giovanni e di Tommaso, da un papiro di Nag Hammadi, fonte Wikipeia

MILANO. La grande differenza sussistente nella scelta di codificare i vangeli come canonici o apocrifi, da parte della chiesa romana delle origini, oltre agli specifici contenuti degli stessi testi, risiede nell’interpretazione che di questi viene fatta e la conseguente dottrina derivante.

Nell’edizione più aggiornata delle conoscenze derivanti dagli studi sui vangeli apocrifi, Marcello Craveri,¹ riportando un passo del vangelo di Filippo², sottolinea come essenziale fosse un’interpretazione simbolica del vangelo di Cristo, là dove invece, la chiesa ufficiale ne fece un fatto di trasposizione letterale.

Il senso allegorico³ può essere compreso autenticamente solo da chi sia stato iniziato ai misteri del cristianesimo, cioè chi possiede un codice per decodificare l’allegoria insita nei testi.

Nella descrizione del vangelo di Filippo⁴, uno dei vangeli apocrifi più studiati, Cristo appare, in un passo, su una montagna in compagnia di tre donne, di cui la preferita è la Maddalena.⁵

Sapendo che la chiave di lettura è allegorica, impossibile non riconoscere, insieme alle altre due donne, il femminino sacro⁶ della tradizione lunare, la grande madre tripartita che simboleggia l’intelligenza divina, episodio, quello di Cristo e tre donne, con un esplicito riferimento all’episodio mitologico del giudizio di Paride.

Nelle rappresentazioni delle miniature del XI sec. afferenti agli ambienti Chartrensi⁷, Davide di Dinant su tutti, seguito da Almarico di Bene e Gilbert de la Porre’ e alla loro cosmogonia, la luna assume forme simbolico antropomorfe con significati da decodificare.

La cosa si protrae anche alle origini dell’umanesimo con Giordano Bruno⁸ ( e sappiamo questo cosa gli costò) e lo si ritrova in dipinti di autori quali Bartolomeo Suardi o Lorenzo Lotto, sicuramente due iniziati, più o meno a Giordano coevi.⁹

La Luna era per le culture del mediterraneo: il sacerdote era Thot negli egizi, Ermes per i greci e diventa Christos per i cristiani.

Cristo è l’intelletto della divinità gnostica, la parte intellettuale del Logos¹⁰. Non è tutto il logos, solo la parte intellettuale, cioè quella parte che la sola coscienza individuale non può per sua costituzione, comprendere.

Christos è un’immersione nell’inconscio e parte attiva nel collegamento frà Dio e uomo; tra psiche dell’uno e psiche individuale. Un collegamento che però ha bisogno di una parte passiva, ed è unile sottolineare passiva. Che faccia cioè da contenitore di quella conoscenza.

Questa parte contenitrice è la Sofia,¹¹ simbolicamente rappresentata da M. M. Maddalena, compagna di Cristo.

Maddalena rappresenta in sintesi la capacità dell’intelletto individuale di comprendere il divino.

Da qui l’interesse per molti artisti e soprattutto miniatori, oltreché pittori (ma non scultori) per il soggetto della Maddalena nelle sue varie forme e riproposizioni.

Mentre Cristo è la voce stessa del divino espressa come pensiero razionale, Maddalena è il viatico per la comprensione di questa parte di logos, non di tutto il logos, è utile ribadirlo.

Anche solo fermandosi a queste considerazioni che sono un elementare esercizio di decodifica delle basi di quanto la chiesa romana, con intenzione, ha preso in considerazione il rapporto, ritenuto scandaloso, fra Cristo e la Maddalena.

Ne è derivato un tabù di tipo carnale, (come se rappresentasse una debolezza di Gesu uomo e in qualche modo ne inficiasse la divinità).

Si comprende di quale travisamento di tutta la dottrina successsiva, dovette andare incontro, distanziandosi sempre più dal vero, e si sottolinea nuovamente, vero, significato delle parole pronunciate da Cristo e udite, non riportate, o al massimo riferite ma sa testimoni diretti.( c’è una enorme differenza)o al più riportate in qualche caso, da chi udi Cristo a vhi scrisse i vangeli, ritenut da Roma,i apocrifi.¹²

Le nozze simboliche fra Cristo e la Maddalena, rappresentano la chiave dalla comprensione del Logos divino, che in futuro gli alchimisti, ovvero gli iniziati, (che in molti casi sono artisti che presero l’abito di qualche tipo di ordine), rappresenteranno con l’opera alchemica : la famosa setta dei Rosacroce ad esempio, lo rappresenteranno con le nozze alchemiche di Christian Rosencrez.¹³

Il vangelo di Filippo è chiaro: il testo va interpretato simbolicamente e non letteralmente come insegna la chiesa romana, sbagliando grossolanamente, dopo aver selezionato, a proprio comodo, i vangeli che meglio si prestavano a giustificarne il potere, (soprattutto temporale).

C’è un passo del vangelo di Filippo¹⁴ che riporta le parole di Cristo e recita cosi:

“Coloro che ereditano da chi è morto ereditano cose

morte e sono essi stessi morti.

Coloro che ereditano da chi è vivo sono essi stessi

vivi ed ereditano cose vive e quelle morte.”

Diventa lampante che la sola possibile chiave di lettura è quella simbolica, quella della tradizione dei misteri.

Chi è chiamato “il vivente” nei vangeli? cosa si intende per salvezza?

Con la parola Cristo nei vangeli gnostici si intende un principio psichico e non una persona in carne e ossa.

La tradizione¹⁵ si presenta sfaccettata e filologicamente non sempre di immediata comprensione, se non previo approfondimento di alcuni passaggi riportati in alcuni vangeli e non in altri.

Pertanto, in questo articolo cercherò di fornire alcuni elementi di superficie, poiché l’intero corpus, vagliato al fine di studio, richiederebbe forse un intero volume senza esaurirne per altro i contenuti,

Dunque stando a quel che riportano i vangeli gnostici, è vivo ciò che pensa, ciò che è intelletto, morto è tutto ciò che si identifica in materia.

La luna evoca nella tradizione la grande madre, il femminino sacro; ma se si dovesse considerarla solo come significato materiale e cosmico, allora la gnosi sarebbe inutile e morta: cio che invera la ricerca gnostica è il significato, la voce dell’anima e la metafisica conseguente.

Cosi, chi segue solo la materia, come fanno gli scienziati, conosceranno solo la morte, cosi come chi segue solo le e-mozioni, le emozioni che sono solo energia che muove, ma non vitale, falsifica la conoscenza, perché la natura cristica è razionale.

Si tratta di un insegnamento enorme: non è da considerarsi ignorante il materialista, cosi come la materia scossa da fremito emotivo, solo, si autolimitano nella comprensione, e talvolta si boicottano da soli.

Chi è morto eredita da chi è vivi, cioè da Cristo, seguendo la voce dell’anima tornerà a comprendere tanto la materia quanto l’anima: in una parola, risorge.¹⁶

Tutto questo si comprende leggendo le parole dei circa venticinque (cinque sono dubbi nelle fonti) vangeli, in senso metaforico, perché altrimenti, in senso letterario, cosa si sarebbe compreso?

Scegliendo dunque l’interpretazione letterale,¹⁷ la chiesa romana delle origini ottenne un duplice vantaggio: selezionare i vangeli che meglio giustificavano la sua pretesa di sovranità e l’indiscutibilità di questo, suggellata dalle scritture; non tutte le scritture però, ed i vangeli piu fedeli alla tradizione lo dimostrano.

Fra i maestri Gnostici più noti c’era Simon Mago,¹⁸ predicatore in Samaria e accusato dai cattolici di essere diabolico e professare pubbliche oscenità: si dice che mentre si stava esibendo in un esperimento di levitazione da terra, le preghiere dei cristiani lo fecero rovinare a terra rompendosi le gambe: storie che affondano le radici nell’odio dei cristiani verso gli altri cristiani, questo dato non è mai sufficientemente sottolineato, ma cristiani non sotto il segno di Santa romana chiesa.

Un altro dei maestro Gnostici fu Valentino che visse ad Alessandria d’Egitto, e secondo Ireneo, vescovo di Lione, Valentino si trasferì a Roma nel 120 D.C, entrando in polemica co gli ambienti della chiesa romana. Valentino¹⁹ era candidato anche al soglio pontificio: se fosse stato eletto chissà quale verso avrebbe assunto la storia della chiesa: con ogni probabilità oggi parleremo della chiesa petrina come una setta eretica(!)

Di certo la predicazione Valentiniana ebbe grande popolarità.

Ma il più grande Maestro gnostico è Basilide,²⁰ colui grazie al quale abbiamo oggi una chiara interpretazione dei vangeli per come realmente sono scritti, attraverso un passaggio dottrinale cosmogonico, (paragonabile alle genesi)propedeutico a intendere il significato salvifico dei vangeli.

Vissuto tra il 120 e il 150 Basilide fu appellato da Eusebio, vescovo di Cesarea, come fondatore della dottrina gnostica, ma in realtà questa risaliva a tempi molto antecedenti: Basilide ne diede però una chiara ordinazione.

Il cristianesimo è presentata non solo come dottrina etica e morale, ma anche esistenziale e cosmogonica, secondo un tentativo di risolvere alle domande piu pressanti sul destino e origine del mondo, e di cosa sia l’esistenza.

Itreneo di Lione sostenne che questa era una interpretazione fatta alla luce della magia e del demonio.

Nel 1862, sul monte Athos, ²²fu ritrovato fortunosamente uno scritto di Ippolito,²³ vescovo di Roma durante la predicazione di Basilide, e in questo scritto non si fa cenno a nessun tratto demoniaco: forse che già al tempo di Ireneo, il tentativo di infamia e insabbiamento dei documenti era in atto? Probabile, ma c’è dipiu: Ippolito sostenne con ragioni, che Bassilide aveva tratto la sua dottrina da Aristotele ²⁴e il suo pensiero poteva essere compreso in quel pensiero lineare.

Basilide sosteneva che Dio inizialmente non esisteva, era un dio in-esistente. Questa accezione meriterebbe una ulteriore digressione che qui non è possibile fare.

Egli era soltanto pensiero di pensiero, quindi un origine Dio è la non esistenza, perché ancora non manifesto.

E’ quando inizia a manifestarsi che appaiono le sue ipostasi, che sono otto secondo la più diffusa dottrina Gnostica, ossia una “ogdoade.”

Il Logos, ossia l’espressione divina, il Nous, ossia l’intelligenza, poi la Saggerzza, la potenza, le potestà, i potentati e gli angeli.

Si tratta di un modo simbolico per dire che l’uno va incontro a frammentazione amorosa e diventa molti.

Dio inizia cosi a essere espressione, volontà, potenza, dominio e infine messaggero: “anghelos”.²⁵

Come prima manifestazione Dio inesistente, secondo la dottrina di Basilide, emana un seme che contiene in potenza tutto ciò che esisterà, quindi la Materia e il pensiero.

Il seme si chiama Logos, composto da tre parti: la più sottile delle quali risale verso Dio spirito.

La parte densa del seme, sarebbe statua la sostanza di Dio, ossia la sua manifestazione sostanziale, ma non materiale ancora.

La terza parte del seme del logos era ibrida, in parte forma in parte sostanza, e questo magma indifferenziato ne pensiero ne sostanza di pensiero, è venuto il mondo materiale che però non è risalito verso il dio puro.

Quindi ci sono due dimensioni: una superiore dove è il pensiero divino e uno inferiore, in cui c’è materia, e in mezzo un velo di spirito.

La parte superiore dell’esistenza, composta dalle parti sottili, venne chiamata Pleroma che in greco significa “pienezza”. Questa parte era divisa nelle ogdoadi prima citate.

Invece nella parte inferiore è il Cosmo²⁶, inserito nei domini di spazio e tempo.

Il Seme dunque, quando si esprime e invia il suo primo messaggio, lo invia a se stesso: questo intende dire Giovanni nell’apocalisse quando dice “in principio era il logos (Dio), perché quello è l’inizio, quello in cui Dio si manifesta per la prima volta. Per questo che il verbo era presso Dio, perché il verbo (logos) Era Dio.

Giovanni dice le stesse identiche cose di Basilide. Il seme altro non è che il dio inesistente che comincia a esistere. Quindi Cristo chi è?

Cristo è il “Nous”, pensiero puro, concetto, esiste solo nella dimensione psichica e non nella materia come sostengono i cattolici.

L’uomo Gesù non era l’incarnazione di Cristo,spiega Basilide, ma era solo un umano che comprese perfettamente il Cristo(il logos), ed è l’uomo Gesù che può’, al limite, essere morto in croce, no il Cristo perché il pensiero non muore.

La chiesa di Roma facendo coincidere e confondendo l’ontologia di Cristo e di Gesu ha creato la superstizione di un uomo che resuscita.

Il corpo di Gesù, secondo i vangeli gnostici, muore e asi dissolve, il Nous di Cristo continua ad esistere, non nello spazio e nel tempo ma nella dimensione del pensiero puro, ossia nel pleroma.²⁶

Questo aspetto nell’arte specie del XVII secolo è trattata sotto il segno delle allegorie e delle vaniotas, ma trovano già il loro germe nelle miniature dei salteri come quello di Soisson, L’evangelario di Godescalco, entrambi del VIII sec. E nelle omologhe produzioni della scuola di Chartres.²

Dalla dimensione atemporale del pleroma vennero emanati degli EONI, ²⁷parola di origine greca antichissima che Platone aveva usato nel mito della caverna per figurare l’eternità ideale del mondo delle idee.

Gli Eoni sono manifestazioni del pensiero puro divino.

Dio che si è diviso in varie forme per dare vita al molteplice ancora non materiale, fatto di archetipo.

Per Basilide gli eoni erano 8, in quello proposto da Valentino erano 30, composti in coppie di “stigize”cioè una coppia unita come nel “TAO”, o come ermafroditi, e non hanno bisogno di accoppiarsi perchè non generano ma emanano. Esattamente come avviene nella Caballhà ebraica nel caso di Esefiroth.²⁸

Il Pleroma stesso intero è il primo eone :BIUTOS, l’abisso, che si sdoppia in un altro eone chiamato SIGE, ossia silenzio, creando la prima stigize o coppia. Abisso e silenzio a loro volta emanano una seconda coppia e cosi via.

L’ultima coppia è costituita da Sofia e Cristo, ossia sapienza e pensiero.

Cristo è un particolare aspetto del logos che si potrebbe definire volontà manifesta.

Gli gnostici sostenevano che la materia fosse il risultato di un errore di Sofia, chiamata anche Pistis.

Questa avendo voluto generare senza il contributo della parte maschile Cristo, per imitare Dio, emanò un “Arconte”²⁹ chiamato Aldabbaot, o anche Demiurgo che poi avrebbe dato forma al mondo materiale.

Nel libro segreto di Giovanni che è un altro vangelo apocrifo gnostico e che ho avuto modo di consultare nella sua traduzione latina,si dice che Sofia si congiunge con il suo desiderio occulto generando Aldabbaot.

Invece di concertare con Cristo, Sofia imitando Dio, genera un essere con corpo di serpente e testa.

L’intento di Sofia era il soddisfacimento della sapienza.

Il danno di questo processo è DIO che sbaglia nel suo modo di manifestarsi.(!!!) Dio sbaglia.

Ci si rende immediatamente conto delle conseguenze, sul piano dottrinale, di questo: L’ambizione e la brama, sono di origine divina, ergo non possono essere male e men che meno peccato per l’uomo.

Cosi anche la lussuria, cupidigia, la brama di cose o persone.

Se Dio sbaglia, allora l’uomo è legittimato in questo: passaggio pericolosissimo, ma la dottrina gnostica non si limita a presentare il rischio ma anche lo scongiura.

Ma la figura di Abrasax in tutto questo che ruolo ha?

Nella terza e ultima parte, illustrerò la chiusura del cerchio per quel che riguarda la cosmogonia e la chiave di interpretazione dei vangeli verso la “salvezza” secondo la dottrina gnostica e il valore, simbolico, di Abrasax.

Bibliografia su richiesta da indirizzare all’autore del testo tramite il form contatti di Art is line blog

LUCA NAVA