IL FASCINO DEGLI ANTICHI AMBONI NELLE TAVOLE DI REINACH ASTORI ALLA SALA BIFFI

Particolare di una tavola di Reinach Astori

PIACENZA. Nato dall’incontro fra la sterminata cultura artistica di Antonio Bonelli (1932-2017),
medico chirurgo di profonda vocazione umanistica, e la perizia grafica di Nicoletta Reinach Astori, il progetto “Antichi amboni italiani: capolavori di scultura” ha generato un agevole volume, con dichiarate intenzioni didattiche, e una corposa mostra itinerante che raccoglie, negli spazi della Sala Biffi di Piacenza (inaugurazione 3 febbraio alle 17), 40 delle 84 tavole originali. In viaggio attraverso l’Italia con al collo la sua Nikon, Antonio Bonelli ha costruito un eccezionale repertorio fotografando una serie di amboni lapidei, tutti antecedenti alla metà del XIII secolo, esemplari rari, scelti fra quelli meno conosciuti, in borghi lontani dalle strade battute dal turismo di massa.

Passato alle mani operose di Nicoletta Reinach Astori, questo repertorio fotografico è stato traslitterato a china, rinascendo in un’affascinante serie di tavole in cui dettagli, lumeggiature, sfumature, restituiscono intatta la complessità plastica dei modelli fotografati.

Un percorso che è didattico e poetico allo stesso tempo, che costruisce una mappatura non solo di luoghi ma anche e soprattutto di linguaggi, di sottigliezze stilistiche. In epoche in cui quasi nessuno sapeva leggere, l’arte sacra aveva una precisa funzione didattica, offrendosi quale veicolo della parola.

E proprio l’ambone (dal greco “luogo sopraelevato”) diviene elemento privilegiato del luogo di culto fin dal IV secolo, destinato non alla predicazione, bensì alla lettura della parola di Dio, e in quanto tale soggetto di interesse artistico, basti pensare agli straordinari esemplari dei Pisano e, successivamente, a quelli di Donatello per la chiesa di San Lorenzo a Firenze, comunque volutamente esclusi dalla ricognizione di Bonelli proprio per cogliere le voci “minori”, ma non per questo meno pregevoli.
La complessità di quei manufatti così remoti nel tempo eppure così intensi nella loro forza artistica e simbolica, rinasce nelle chine di Reinach Astori, con delicatezza, ma anche con rispettosa compiutezza. Vero e proprio omaggio a una koiné spirituale, così affascinante, così perduta.

Socia dell’Acav (Associazione Culturale Arti Visive di Codogno), Nicoletta Reinach Astori ha acquisito la propria tecnica artistica alla Scuola degli Artefici di Brera, presso l’omonima Accademia e si è perfezionata al fianco di illustri Maestri. Ha partecipato a mostre collettive e personali con opere di diverse tecniche espressive.