IL PAESAGGIO: SENTIERI BATTUTI E NUOVE PROSPETTIVE ALLE CAPPUCCINE

Carlo Carrà, Marina, 1952, olio su cartone telato, cm 31,5×49,5, collezione privata, opera inserita al solo scopo di presentare la mostra, fonte: press kit Museo Cappuccine

BAGNACAVALLO. L’analisi di cosa sia oggi il paesaggio, le sue precarie condizioni, dovute non unicamente al cambiamento climatico, la sua considerazione a livello urbano, sociale e umano, conduce ad affrontare il discorso sul paesaggio anche dal versante culturale e artistico. Un originale e importante contributo è offerto in questo senso fino al 5 marzo (ingresso libero) al Museo civico della Cappuccine dalla mostra collettiva di dipinti e fotografie Il paesaggio. Sentieri battuti e nuove prospettive a cura di Davide Caroli, direttore dell’istituzione museale. L’esposizione si innesta in una programmazione triennale dedicata al paesaggio, tema sul quale verterà la proposta culturale della città di Bagnacavallo fino al 2024.

Caroli, qual è il contributo artistico alla discussione sul paesaggio?

«In un momento storico in cui la modernità offre ulteriori piani di lettura e possibilità tecniche di rappresentazione della realtà, si pongono anche altre questioni su cosa vuol dire raffigurare il paesaggio. In questo senso è interessante oggi confrontarsi con gli artisti che ancora sentono la necessità di raffigurare quello che li circonda, come uno specchio di sé, quasi come un transfert emozionale su cui proiettare il loro vissuto e i loro sentimenti; in altri casi gli artisti svolgono un lavoro più direttamente legato alla natura e alla sua conservazione, apparentemente più scientifico ma non meno affascinante».

Su questi “Sentieri’’ d’arte, quali sono i maestri posti a indicare la strada?

«La mostra si apre con una sezione intitolata “L’imbocco del sentiero” e ospita le opere di alcuni grandi autori che nel Novecento si sono dedicati, ognuno alla propria maniera, a questo tema, e tra paesaggi naturali e urbani, sono stati di esempio e ispirazione per le generazioni successive. Si passa da una preziosa “Marina” di Carrà a una “Periferia” di Sironi e alle “Ninfee” di Schifano, per poi arrivare a un paesaggio newyorkese di William Congdon, uno dei primi esempi di action paiting, per chiudere con alcune opere di grafica, una litografia di Morlotti e due importanti acqueforti di Morandi, una delle quali è probabilmente la prima realizzata da questo fenomenale incisore. In ogni sala successiva poi è presente l’opera di un altrettanto grande artista del secolo scorso, da Virgilio Guidi a Carlo Zauli, da Mattia Moreni a Tato, che offrono ulteriori spunti, assonanze e rimandi con le opere di artisti contemporanei».

Nella sezione “Acqua”, tra quelle dedicate agli elementi che costituiscono il paesaggio naturale, sono presenti opere di Ermes Bajoni, recentemente scomparso.

«Il maestro Ermes Bajoni è stato da sempre l’anima del Centro Culturale delle Cappuccine, è stato uno dei fondatori e per molti anni lo ha diretto. Alla sua passione si deve il fortissimo legame che le Cappuccine hanno con una tecnica tanto particolare come l’incisione. Per tutti noi è già una grande assenza perché, al di là della sua collaborazione professionale, ci mancano la sua affezione per questo luogo e la sua amicizia con le persone che ci lavorano.

Quando abbiamo iniziato a ragionare sul tema del paesaggio abbiamo fin da subito voluto inserire opere di grafica nel percorso e anche per questo è stato naturale chiedergli la disponibilità a esporre un suo lavoro. Insieme siamo giunti alla scelta definitiva di un foglio in cui è raffigurato un piccolo aeroplano in volo sopra un oceano in tempesta.

Dedicata alla trasvolata oceanica di Lindberg, quest’opera era un pretesto per raccontare una ricerca personale che portasse “oltre”, superando le difficoltà e i momenti di inquietudine. In mostra è stata allestita al fianco di un’opera di Ettore Frani, un artista il cui lavoro Ermes apprezzava, che si intitola “Verso la gioia”, in una sorta di continuità ideale del viaggio di quel piccolo aereo che rappresenta tutti noi».

MARCELLO TOSI