LA MERAVIGLIA DELL’AMAZZONIA NEGLI SCATTI DI SALGADO ALLA FABBRICA DEL VAPORE

Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014. © Sebastião Salgado/Contrasto : immagine inserita al solo scopo di presentare la mostra

MILANO. La mostra-evento Sebastião Salgado. Amazônia, allestita alla Fabbrica del Vapore, sta riscuotendo un meritato successo, tanto da essere stata prorogata fino al 28 gennaio. L’esposizione è curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di viaggio e di vita del grande fotografo di cui vengono proposti oltre 200 scatti.

Il fotografo è nato in Brasile nel 1944 ed ha seguito degli studi di macroeconomia iniziando a lavorare come economista per l’Organizzazione Mondiale del Caffè . Durante alcuni suoi viaggi cominciò a fare alcune fotografie finché nel 1973 ha iniziato a lavorare come free lance o fotoreporter . Ha lavorato principalmente su progetti autoassegnati a lungo termine nei quali la sua formazione da economista lo ha aiutato ad inquadrare i problemi in una narrazione più ampia tenendo anche conto della politica e della sociologia della situazione Le sue fotografie sono scattate in bianco e nero quasi volesse farle apparire al di là del tempo stesso .

Oltre al tema della natura e della popolazioni autoctone , l’autore ha dato molto peso anche alle condizioni della vita e del lavoro in relazione all’ambiente spesso ostile .

Impressionanti le immagini delle miniere d’oro a cielo aperto fotografate nella sua serie di immagini intitolata ”Gold “. Che si occupa del lavoro per l’estrazione dell’oro da una vena di minerale che si trova all’aperto .

Pur essendo profondamente interessato al destino delle persone nel suo lavoro “ Genesis ” appare anche la preoccupazione sul comportamento delle nostra specie nei confronti di tutte le altre comprese quelle autoctone e del territorio che esse occupano . Per rendere proficuo questo suo lavoro ritornato in Brasile ricominciò a prendersi cura della fattoria di famiglia trasformando i suoi 17.000 acri in una riserva naturale ed affidandone la gestione all’ istituto Terra , società senza fine di lucro dedicata alla riforestazione ed alla conservazione ambientale .

Dalle note stampa apprendiamo che “la mostra si sviluppa attorno a due temi. Il primo è costituito dalle fotografie di ambientazione paesaggistica, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, con le sezioni che vanno dalle Vedute aeree della foresta, in cui si offre al visitatore un’ampia panoramica di immense cascate e cieli tempestose, a I fiumi volanti: la foresta amazzonica è l’unico luogo al mondo in cui il sistema di umidità dell’aria non dipende dall’evaporazione degli oceani. Ogni albero disperde centinaia di litri d’acqua al giorno, creando fiumi aerei anche più grandi del Rio delle Amazzoni. Le immagini delle Piogge torrenziali mostrano nuvole catturate drammaticamente, che offrono uno spettacolo sempre diverso, mentre Montagne presenta i rilievi montuosi del Brasile, con cime avvolte nella nebbia e pendii inferiori ricoperti dalla foresta pluviale. Si prosegue con la sezione La foresta, un tempo definita “Inferno Verde”, oggi da vedere come uno straordinario tesoro della natura, per finire con Anavilhanas –Isole nella Corrente, l’arcipelago che conta tra le 350 e le 450 isole di ogni forma immaginabile che emergono dalle acque scure del Rio Negro.

Il secondo gruppo di immagini è dedicato alle diverse popolazioni indigene: al centro della mostra gli ospiti trovano tre alloggiamenti che rappresentano le case indigene chiamate “ocas”. Insieme, questi spazi espongono 100 fotografie delle popolazioni dell’Amazzonia, insieme a interviste video dei leader indigeni. Questa parte è dedicata a 12 gruppi indigeni che Salgado ha immortalato nei suoi numerosi viaggi: Awa-Guajá, Marubo, Korubo, Waurá, Kamayurá, Kuikuro, Suruwahá, Asháninka, Yawanawá, Yanomami, Macuxi and Zo’é.

La visita è accompagnata da una traccia audio immersiva commissionata appositamente per l’allestimento della mostra Amazônia da Jean-Michel Jarre che fa rivivere i suoni della foresta pluviale. Con una vera e propria sinfonia del mondo composta dai suoni concreti della foresta – il fruscio degli alberi, i pianti degli animali, il canto degli uccelli o lo scroscio delle acque che sgorgano dalla cima delle montagne -, la mostra restituisce anche la voce e i canti degli indigeni, tutti provenienti dagli archivi sonori del Museo di Etnografia di Ginevra.

Sono parte integrante dell’esposizione due sale di proiezione: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959); nell’altra sono esposti alcuni ritratti di donne e uomini indigeni con in sottofondo una musica composta appositamente dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.

Nelle parole di Sebastião Salgado: “Questa mostra vuole ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Sono particolarmente felice di tornare con Amazônia ad esporre a Milano, la città che ha dato sempre molto spazio al mio lavoro, offrendo ai cittadini l’occasione di vedere le immagini che sono una testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”.

La sponsorizzazione rientra nel più ampio progetto di Zurich per sensibilizzare sull’urgenza di azioni concrete per l’ambiente ed è l’estensione di una partnership consolidata con l’Instituto Terra, organizzazione no profit di Lélia e Sebastião Salgado, con cui la Compagnia ha avviato il progetto Zurich Forest, per il rimboschimento mirato e sostenibile in Brasile e la riconversione di terreni agricoli sterili in foreste autoctone ricche di vita vegetale e animale. All’approfondimento del progetto è dedicata una sala all’interno della mostra.

Novità assoluta della tappa milanese, è l’iniziativa Amazônia Touch, il primo volume fotografico concepito e progettato per non vedenti e ipovedenti con l’editore Taschen. Grazie alla partnership tra Lélia e Sebastião Salgado con la Fondazione Visio, un’istituzione che promuove l’inclusione dei non vedenti nelle attività culturali, presso la Fabbrica del Vapore per la prima volta è a disposizione dei visitatori un libro che offre l’accesso alle fotografie della foresta amazzonica e delle sue comunità indigene grazie ad immagini tattili realizzate su lastre di ottone. Ventuno tavole in resina acrilica e minerali naturali permettono di sperimentare la lettura tattile.

Un ulteriore progetto specifico vede il coinvolgimento di Orticola con l’obiettivo di promuovere la fruibilità dell’area esterna di Fabbrica del Vapore ai visitatori: nel piazzale è stato realizzato un allestimento con la messa a dimora di 18 alberi, scelti tra le specie tipiche della flora lombarda. Un prolungamento ideale della mostra e un omaggio all’impegno per la salvaguardia della foresta amazzonica, per sottolineare l’importanza della conoscenza, della cura e della tutela della biodiversità in ogni parte del mondo”.

STEFANO COZZAGLIO

INFO                        

“ Salgado Amazzonia Fotografie di Sebastiano Salgado a cura di Lelia Warnick Salgado

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Tel. 339 7138171   w.w.w.salgadoamazonia.it

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