LA STREET ART DI NULO AL BOSCO URBAN ART PROJECT

Nulo al lavoro

GAMBETTOLA. Recando l’intento di proseguire il discorso dedicato alla rigenerazione urbana per una nuova chiave di lettura del territorio e della sua comunità, la quarta edizione del festival “Bosco Urban – Art Project, che torna alla Stazione degli Artisti fino al 15 ottobre con incontri, mostre, laboratori, e la valorizzazione degli spazi cittadini tramite l’opera anche di artisti internazionali, ha presentato come preludio l’intervento affidato alla street artist Lucia Pintos in arte Nulo.

L’artista uruguaiana (1989) che risiede a Crema, ed è nota per l’attività svolta in vari Paesi tra Europa e Sud America, ha lavorato in residenza dipingendo la parete di via Foro Boario per gentile concessione della proprietaria Patrizia Orlandi. Un’installazione a cielo aperto che si lega al racconto della storia della comunità.

Nulo, perché da Montevideo all’Italia, la scelta, che si potrebbe definire “letterale” della strada per dipingere?

«Fin dall’infanzia, iniziando a dipingere, l’arte mi ha dato tanto, ma ad un certo punto ho sentito il bisogno di uscire, abbattere le pareti, per farla condividere, farla arrivare a tutti. Ho perciò intrapreso vari laboratori dove insegnare che tutti la possono fare, perché l’arte è libera e può fare tutto. E che non si deve aver paura di  “sbagliare”, perché è proprio dall’errore che si capisce che c’è qualcosa che si muove, su cui porre la riflessione. Anche nella scelta del nome d’arte ho voluto dare significato a questa ricerca posta nell’errore, nel fuori posto, nella disgregazione».

Cosa ha realizzato a Gambettola e quale legame ha trovato con la storia e la tradizione della comunità?

«Ho intitolato questo lavoro: “Come quando eravamo bambini”, realizzato nel linguaggio astratto che preferisco, cercando di comunicare anche un legame con la tradizone gambettolese del tessuto, che è il filo rosso della rassegna. Ho adoperato perciò forme e colori ispirati da tutto ciò che vedevo attorno grigio, rosa, colori caldi, uniti come in un patchwork fatto a quadrettini di diversi colori per simboleggare il passaggio del tempo. Ho parlato con tante persone della tradizione sentendo come fosse spesso legata ai ricordi d’infanzia, e la cosa mi ha molto interessato perché io lavoro molto con i bambini».    

La Street art ha sovente una forte impronta di messaggio lasciato come forte segnale di riflessione, e insieme a Giulio Vesprini, Nulo ha recentemente realizzato a Roma per il Millenium Award “My July”, murale che ricorda la distruzione ad opera dei bombardamenti del quartiere San Lorenzo nel luglio 1943. Hanno accompagnato la realizzazione col pensiero che “il potere del colore è contro la guerra”.

«Un tema, quello del bombardamento molto duro, difficile da realizzare», dice Nulo. «Abbiamo perciò deciso di realizzare un “bombardamento di colore” che potesse recare un po’ di gioia nel contesto urbano”.

MARCELLO TOSI