MORANDI E LA CONTEMPORANEITÀ: LE SILENTI ATTESE DI FEDERICI

Federici, Blu marino, olio su tela

MILANO. Si apre giovedì la mostra dal titolo “L’enigma del reale”, allestita fino al 20 dicembre presso Maurizio Nobile Fine Art, nel Sito privato Bagatti Valsecchi, in via Santo Spirito 7, che pone in dialogo il maestro bolognese con l’arte di Crous e quella di Andrea Federici.

Vediamo più da vicino il pittore Andrea Federici.

Nato a Casalmaggiore, cittadina dove vive e lavora, da una famiglia che annovera artisti e artigiani. Ha studiato all’Istituto d’Arte “Paolo Toschi” di Parma e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna con il professor Concetto Pozzati.

Ha sperimentato diversi linguaggi pittorici, da principio occupandosi anche di fotografia artistica, ispirandosi a tecniche del primo Novecento, che ha poi abbandonato in favore della pittura, passione coltivata fin da adolescente. Profondamente attratto dall’arte figurativa, ha conosciuto, quand’era molto giovane, il pittore Tino Aroldi, che frequentava la sua famiglia e ha avuto una certa influenza nella sua pittura, soprattutto sull’idea del paesaggio.

Dopo l’accademia, ha studiato le tecniche della pittura antica, con le quali ha realizzato un ciclo di quadri d’ispirazione spirituale-religiosa. «Il realismo di chiara intonazione introspettiva e mimetica di Andrea Federici – spiega Simone Fappanni nel catalogo che accompagna l’esposizione – si sostanzia in opere dalla forte componente evocativa. In esse si ravvisano i contorni di una raffinata ricerca pigmentale che affonda le radici in una ricognizione, mai fragile o meramente affabulatoria, del reale.

Esso è scandagliato con l’occhio attento di chi vede, nelle infinite declinazioni della forma, quell’unicità latente che supera il confine della semplice osservazione e si pone nell’alveo della pura contemplazione estatica. Il risultato complessivo che ne deriva è, dunque, assolutamente affascinante.

Gli oggetti accuratamente messi in posa, d’uso comune, reperiti in una dimensione domestica, diventano infatti il motivo conduttore per offrire l’occasione per addentrarsi in un territorio sensoriale che accosta gli oggetti nella loro forma primaria, essenziale, ponendoli alla ribalta di un primo piano in cui ogni elemento coloristico e segnico viene minuziosamente modulato».

La mostra è visitabile gratuitamente da martedì a sabato dalle ore 10,00 alle 19,00 e su appuntamento