PASOLINI: INCONTRI DI UN VISIONARIO. MOSTRA ALL’APE

Carlo Bavagnoli Pasolini con Attilio Bertolucci @ Fondo Bavagnoli Collezioni d’arte Fondazione Cariparma

PARMA. Fino al 26 marzo 2023 APE Parma Museo ospita la mostra “Pier Paolo Pasolini e Parma. Incontri di un visionario”.

Un’esposizione inedita, dedicata al legame tra il poeta, scrittore e regista bolognese e la città di Parma, nell’intento di proporre nuovi spunti nell’articolata produzione del poliedrico autore.

La mostra, realizzata da Fondazione Monteparma insieme al Circolo del Cinema Stanley Kubrick con il patrocinio del Comune di Parma, è sostenuta dalla Regione Emilia Romagna con progetto di ricerca a cura di Primo Giroldini.

Le numerose foto esposte, i manoscritti, le poesie, sceneggiature e manifesti provenienti da enti pubblici e collezioni private, approfondiscono le amicizie e collaborazioni che Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) ha intrattenuto, soprattutto a partire dagli anni ‘50, con personaggi del mondo della cultura di Parma: il poeta Attilio Bertolucci che segnerà in maniera decisiva il legame di Pasolini con Parma, il figlio e regista Bernardo Bertolucci, l’editore Ugo Guandalini, lo scrittore e critico letterario Mario Colombi Guidotti, il regista, scrittore e sceneggiatore Antonio Marchi con la Cittadella Film, lo scrittore e sceneggiatore Giovannino Guareschi, il Centro Universitario Teatrale di Parma con la pellicola “Uccellacci e Uccellini”, la redazione della rivista “Palatina” e altri importanti artefici de l’Officina Parmigiana.

Parma rende omaggio con questa mostra inedita a uno dei visionari più importanti del ‘900, spaziando tra l’incontro determinante per la vita di Pasolini con Attilio Bertolucci, fino a chiudersi con la grande amicizia con il figlio regista Bernardo, messa in discussione nel 1972 dopo il severo giudizio che Pasolini esprime verso il film “Ultimo tango a Parigi” .

Solo nel 1975, la loro comune amica Laura Betti organizza una sfida calcistica tra le troupe dei due registi, e i due si riappacificano. Pasolini si trovava a Mantova per le riprese di “Salò o le 120 giornate di Sodoma” mentre Bertolucci stava girando “Novecento” nei dintorni di Parma. La partita si gioca il 16 marzo 1975 con la vittoria della squadra di Novecento e polemiche dei pasoliniani che accusano giustamente Bertolucci di aver utilizzato giocatori semiprofessionisti.

I materiali proposti, grazie anche ad un’accurata selezione di scatti realizzati dagli anni ’50 agli anni ’70 da fotografi come Carlo Gajani, Carlo Bavagnoli, Cecilia Mangini, Domenico Notarangelo e Roberto Villa, permettono un’indagine approfondita sulle frequentazioni, momenti di vita e del lavoro di Pier Paolo Pasolini a Parma.

La mostra si apre con i delicati versi che il poeta dedica alla città di Parma, contenuti nel poemetto “L’Italia”.

A Parma Pasolini vive da settembre del 1923 a marzo del 1924. Racconterà in seguito, in un’intervista con Dacia Maraini, che di quel breve periodo nella città ducale gli rimane il ricordo di un viale stupendo, di fresche aiuole e di un porcospino.

Attraversando il lungo corridoio della mostra, circondati da fotografie e didascalie che testimoniano la vita di Pasolini e il suo legame con Parma, incontriamo Attilio Bertolucci: dopo mesi di corrispondenza epistolare, il sodalizio tra i due nasce a Roma nel 1951. Attilio lo introduce negli ambienti letterari, e grazie a lui, pubblica nel 1955 con Garzanti “Ragazzi di vita”. Gli fa conoscere l’editore Ugo Guandalini , e con la sua casa editrice, Guanda, firma un contratto editoriale per l’antologia “Poesia dialettale del Novecento”.  Pasolini racconta di questi ambienti colti e innovativi nel saggio “Officina Parmigiana” del 1957, dove descrive la città come centro di produzione culturale di elegante livello. Sempre nel 1957, gli artisti e intellettuali della città fondano una rivista trimestrale a cui viene dato il nome della biblioteca ducale: “Palatina”. Attilio Bertolucci ne è la guida, e Pasolini ne diviene un collaboratore diretto.

Pasolini, dal canto suo, pubblica un  fondamentale saggio su Attilio dal titolo “Bertolucci”, ripreso in “Passione e ideologia”, tuttora considerato un importante riferimento critico.

La stretta frequentazione porta Pasolini a visitare spesso la residenza estiva dei Bertolucci a Casarola, nell’Appennino Parmense.

Nel 1953 Pasolini conosce un altro parmigiano: Mario Colombi Guidotti. Nel suo quindicinale di lettere e arti, “Il Raccoglitore”, che usciva con la Gazzetta di Parma, Guidotti apprezza in modo particolare la produzione di Pasolini in lingua friulana.

Frequenta a Roma il regista parmigiano Antonio Marchi, dove avvia collaborazioni con la Cittadella Film,  casa di produzione parmigiana di cui lo stesso Marchi era regista di riferimento.

Nel 1963 Pier Paolo Pasolini incontra un altro grande autore di Parma: Giovannino Guareschi. I due vengono coinvolti dal produttore Gastone Ferranti nella realizzazione di un film in due parti, “La rabbia”.

L’idea di Ferranti era di unire due visioni opposte, una di destra e una di sinistra, in un’operazione commerciale. Il film, con temi come la guerra, la fine del mondo contadino, l’avvento della televisione, si rivela un fallimento, probabilmente per l’antiamericanismo presente in entrambi i lavori.

“PARMA, UN VIALE E IL RISO DI MIA MADRE.

SU QUESTA BREVE APPARIZIONE

IL CREPUSCOLO DI UN’EPOCA FELICE

CHE RODE E STINGE L’ORO DELL’APPENNINO.

E TU, ITALIA, FAI DI PARMA UN CAPOLAVORO

DI MEMORIE BIANCHE NELLE PIAZZE DUCALI,

DI FOGLIE CHE NEI VIALI PADANI

HANNO UN RESPIRO DI AUTUNNI VELLUTATI.” (Pasolini)

AUTRICE: MANUELA COPERCINI

INFO:

“PIER PAOLO PASOLINI E PARMA. INCONTRI DI UN VISIONARIO”

APE PARMA MUSEO, STRADA FARINI 32/A, PARMA

APERTA DAL MARTEDI’ ALLA DOMENICA DALLE 10.30 ALLE 17.30

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: http://www.apeparmamuseo.it