SANTO STEFANO NELL’ARTE: ALCUNI ESEMPI ILLUSTRI

Daniele Crespi, Martirio di S. Stefano, post 1622, articolare, fonte: Wikipedia

ROMA. Santo Stefano è stato raffigurato in molti dipinti famosi nel corso dei secoli. La sua figura è stata spesso rappresentata in modo iconico e simbolico, ma anche in modo realistico e fedele alla realtà. Ecco alcuni dei dipinti più celebri che lo raffigurano in modo magistrale

Uno dei dipinti più noti che raffigurano Santo Stefano è “Il Martirio di Santo Stefano” di Daniele Crespi. Questo lavoro mostra Stefano morente sotto i sassi lanciati dai suoi carnefici.

L’artista rappresenta la scena in modo molto realistico e crudo, con particolare attenzione ai dettagli del volto e del corpo del Santo.

Un altro dipinto celebre lo raffigura è “La lapidazione di Santo Stefano” di Rembrandt. Questo dipinto del 1625 mostra Santo Stefano in ginocchio, circondato dai suoi aguzzini che lo lapidano a morte. L’artista utilizza la luce e l’ombra per creare un’atmosfera drammatica e intensa.

Un altro dipinto importante è “Santo Stefano” di El Greco. Quest’opera presenta un approccio estetico diverso. El Greco utilizza colori vivaci e forme allungate per creare un’atmosfera mistica e spirituale. Il volto di Santo Stefano è sereno e luminoso, trasmettendo una sensazione di pace e di sottomissione divina. L’opera riflette la sua particolare estetica e la sua profonda devozione religiosa, offrendo un’interpretazione più idealizzata di Stefano.

Parimenti interessante è “Il martirio di Santo Stefano” di Peter Paul Rubens, realizzato nel 1616-1617. Egli presenta una scena dinamica e piena di azione, con un gruppo di figure coinvolte nel martirio di Santo Stefano.

Le figure sono vigorose e potenti, con un uso magistrale del colore e della luce che conferisce all’opera un senso di movimento e di drammaticità. Rubens riesce a catturare l’energia e l’intensità del momento, creando un’opera di grande impatto visivo.

Giotto, S. Stefano, fonte immagine : Wikipedia

Magistrale è anche il Il “Santo Stefano” di Giotto, conservato a Firenze nel Museo Horne,  “riconoscibile per i sassi sulla testa, allusione alla sua lapidazione, e per la dalmatica, è raffigurato a mezza figura, con una semplice aureola punzonata sullo sfondo oro uniforme. Figura di estrema eleganza, è rivolto a destra e regge, con una mano affusolata e geometrica, un libro rosso rilegato con decorazioni ad oro zecchino. Il disegno appare prezioso, il colore ricercatissimo. Finissima è la veste, con straordinari ricami al collo, al petto, ai bordi lungo le spalle e ai polsi. Un lembo di tessuto, dallo fodera rossa, iridescente di riflessi dorati, copre per metà il libro e ricade pesantemente verso il basso, con pieghe molto realistiche” (rip in: Wikipedia).

Inoltre, “Il Martirio di Santo Stefano” di Tiziano raffigura Stefano morente sotto i sassi. Il pittore utilizza colori vivaci e luminosi per creare un’atmosfera di speranza e di fede, nonostante la drammaticità della scena.

Da non dimenticare, fra le tante opere riguardanti questa figura, il “Martirio di S. Stefano” del Carracci, con una grande scena corale; l’ “Ordinazione di S. Stefano” di Beato Angelico, specificamente rivolto a un episodio fondamentale della vita del santo e, non di meno, la serie di opere di Carpaccio espressamente indirizzate a rappresentare momenti dell’esistenza di Stefano, tra cui la drammatica lapidazione.

Bastano questi esempi per dimostrare che Santo Stefano è stato raffigurato in molti dipinti celebri nel corso dei secoli. Le diverse rappresentazioni ci offrono un’opportunità per riflettere sulla sua vita e sul suo martirio, ma anche sulla potenza e sulla bellezza dell’arte.