AL MUSEO NIVOLA OPERE DI NAIRY BAGHRAMIAN E DANIEL BUREN

Daniel Buren: Calligraphies, permanent in situ work, 2019, Banqiao Station Y16, Taipei Taïwan. © Daniel Buren/ADAGP.

ORANI (NU). Prosegue la programmazione culturale del Museo Nivola con la mostra di Nairy Baghramian, scultrice iraniana che vive a Berlino. Le sculture di Baghramian, dalle superfici tattili e colorate, hanno forme astratte, ma al tempo stesso sono cariche di allusioni alla corporeità, al design e alla storia della scultura; toccano temi legati al genere, all’identità, alla capacità degli spazi di veicolare ideologia. A Orani, l’artista si confronterà con l’opera di Costantino Nivola, prendendo spunto da un aspetto della scultura di Nivola che ne riassume bene il messaggio sociale: i playground.

Il programma espositivo del 2021 si chiude in autunno con Daniel Buren, uno dei padri dell’arte concettuale storica, alla quale ha dato anche un fondamentale contributo teorico con i suoi scritti. Con la mostra di Buren il Museo Nivola riprende il filo della riflessione sul concettualismo avviata nel 2019 con la mostra di Lawrence Weiner Attached by Ebb and Flow. Daniel Buren interverrà sugli spazi dell’ex-lavatoio con una delle sue installazioni site-specific.

Il Museo Nivola è vincitore del bando Mibact Strategia Fotografia 2020 col progetto Poter restare fermo: tre giovani fotografi italiani emergenti, Valeria Cherchi, Paolo Ciriegia e Vittorio Mortarotti, indagheranno nel corso di una residenza a Orani i temi di crisi e di passaggio come momenti trasformativi dell’ecosistema sociale e naturale. Il progetto, a cura di Antonella Camarda e Giangavino Pazzola, parte da una poesia di Nivola, in cui l’artista esprime il desiderio di “poter restare fermo” come una pianta, invitando così ad abbracciare i ritmi lenti della natura in opposizione alla frenesia del vivere contemporaneo.

Ci sono poi in cantiere due progetti extra muros.
Tramite un accordo con la Fondazione Nivola, il Comune di Sassari ha affidato al Museo Nivola la gestione per i prossimi due anni del Padiglione dell’Artigianato di Sassari, in attesa che questo divenga sede del Museo dell’Artigianato e del Design. Il Padiglione è una bella architettura anni Cinquanta, al centro di un parco, ed è un edificio simbolo della rinascita dell’artigianato sardo nel secondo dopoguerra. A lungo chiuso, rinasce ora per accogliere una programmazione espositiva incentrata sui temi dell’artigianato, del design e dell’architettura.
Sempre sull’artigianato e il design si incentra il progetto Tempo artigiano, nato da una collaborazione con il Comune di Sarule. Il progetto, che vedrà il designer Giulio Iacchetti dialogare con un gruppo di artigiani e artigiane di Sarule, esplora il concetto di tempo proprio dell’artigianato: il tempo lento della manualità, del rapporto con i materiali e della loro elaborazione, ma anche il tempo dell’esecuzione diretta, un tempo veloce, se confrontato a quello necessario all’industria per trasformare un progetto in prodotto seriale. Tempo artigiano rispecchia la lentezza dell’artigianato nella logica operativa che adotta: il progetto non si esaurisce infatti nell’arco di una mostra, ma si estende alle fasi della distribuzione e commercializzazione degli oggetti realizzati.

A Orani si torna col Pergola Village, il progetto con cui nel 1953 Costantino Nivola sognava di unire tutte le case del suo paese natale con pergole di vite, per trasformare le strade in spazi vivibili collettivamente. Grazie al supporto della Regione Sardegna e con la supervisione scientifica della Fondazione Nivola, l’idea del “paese-pergolato” è ora alla base di un progetto di rigenerazione urbana affidato a Stefano Boeri e gestito dal Comune di Orani. Tenendo conto dei cambiamenti subiti nel frattempo dal tessuto urbano, il nuovo progetto si pone nel solco ideale di quello di Nivola: unire architettura e natura per rinsaldare il legame tra i cittadini e creare nuovi spazi per la socialità.

FONTE: Studio Esseci. Testo e foto sono pubblicate per il solo fine di presentare l’iniziativa culturale in oggetto.