ARTE “GENTILE”: UNA NUOVA TENDENZA?

Ermanno Peviani, Serenità, courtesy of the artist

MILANO. Sarà il periodo, sarà che con la diffusione della pandemia le abitudini sono cambiate. Sarà che, dopo tanti estremismi, c’è tanta voglia di andare oltre e tornare all’ordine, anche l’arte sta virando verso una prospettiva inaspettata, quella della cosiddetta arte gentile.

Se ne parla sempre più insistentemente, con sempre più coraggio, grazie alla voglia di tanti creativi che, tolti i panni dei provocatori del forza, dell’assumere il ruolo, vero o presunto, dell’artista maledetto o fuori dal coro sempre e comunque, hanno pensato che forse il pubblico ha bisogno di opere che in qualche modo rasserenino.

Ciò non si significa cancellare, con un colpo di spugna, le istanze avanguardiste, le sperimentazioni, anche quelle estreme, a volte discutibili ma pur sempre degne d’attenzione. Significa pensare anche ad altre istanze, ad altri modi di “pensare arte”.

Beninteso, non che in passato non ci fossero opere “gentili”, ma certamente quando si pensa a un’opera d’arte si pensa a un manufatto in grado di suscitare emozioni profonde. La “gentilezza”, in questo senso, sembrerebbe fuori tema, fuori luogo.

E allora? E allora ecco un’arte “gentile”, quella che avvolge morbidamente lo spazio, che non vuole in alcun modo colpire l’osservatore, ma neppure decorare semplicemente le pareti. Ambisce, caso mai, ad accogliere lo sguardo di chi entra in quello spazio, dando un senso di compostezza e di tranquillità.

Il problema è quali possano essere i canoni di una poetica di questo tipo. Forse è proprio questo l’argomento su cui sarebbe opportuno riflettere. Anche perché questo fenomeno artistico koè in crescita. E il pubblico sembra gradire.

Certo, mettere tutti d’accordo su un argomento così delicato, che riguarda la sensibilità individuale – quale opera può ritenersi effettivamente “gentile”? – non è facile. Ma il dibattito è aperto. E, a livello artistico, non può essere tralasciato perché rappresenta una delle istanze contemporanee più accese.

AUTORE: SIMONE FAPPANNI (Riproduzione del testo riservata) Nota: l’immagine in apertura non è un esempio di arte gentile ma è stata scelta perché, dato il titolo, può introdurre il tema dell’articolo.