VERONA. Per le celebrazioni dantesche, l’appassionante Inferno di Michael Mazur torna al Museo di Castelvecchio con le straordinarie incisioni donate dall’artista alla città di Verona.
Fino al 3 ottobre saranno esposte in Sala Boggian al Museo di Castelvecchio quarantuno acqueforti e acquetinte che l’artista americano Michael Mazur (1935-2009) produsse ispirandosi alla prima cantica della Divina Commedia per comporre il libro d’artista Michael Mazur. Etchings. L’Inferno. Dante, stampato in tiratura limitata di 50 copie in collaborazione con il maestro tipografo Robert Townsend. L’opera grafica sarà accompagnata dai corrispettivi brani del testo originale di Dante Alighieri con, a fronte, la fortunata traduzione in inglese dell’Inferno realizzata dal poeta Robert Pinsky.
La mostra è realizzata dal Comune di Verona – Assessorato alla Cultura – Musei civici nell’ambito del progetto Verona, Dante e la sua eredità 1321-2021 promosso dal Protocollo d’Intesa interistituzionale.
L’esemplare del portfolio contrassegnato come “Artist’s proof set for Castelvecchio” – in esposizione – è stato infatti donato dall’autore al Gabinetto Disegni e Stampe del Museo, a seguito di una prima mostra tenutasi nell’anno 2000, sempre in sala Boggian. Fu lo stesso Mazur a dichiarare, in una lettera custodita nell’archivio del Museo, che tale esposizione rappresentava per lui “un sogno che veniva a compimento”, evidentemente consapevole della centralità di Verona nell’immaginario legato a Dante.
All’interno delle splendide teche disegnate da Carlo Scarpa (1906-1978), il pubblico potrà ammirare l’interpretazione decisamente originale e intimamente sentita del viaggio di Dante, frutto della lunga meditazione di Mazur sui significati del poema e sul rapporto tra testo e immagine. Alle possibilità espressive delle tecniche utilizzate è affidata una vera e propria “traduzione visiva” del testo, in parallelo a quella letteraria.
Dall’archivio che le custodisce, le acqueforti e acquetinte contenute nel libro d’artista saranno esposte per testimoniare il confronto tra un interprete contemporaneo e l’immaginario medievale, tra segno grafico e linguaggio poetico, collocandosi tra le tappe dell’articolato itinerario della mostra diffusa Dante a Verona, 1321-2021, organizzato dai Musei Civici in collaborazione con l’Università di Verona e la Diocesi di Verona per la ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
L’esposizione in Sala Boggian Dante negli archivi. L’Inferno di Mazur, insieme alla Mappa dei luoghi danteschi e alla mostra Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona prevista alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti per il prossimo 7 maggio, costituiscono gli appuntamenti della mostra diffusa Dante a Verona 1321-2021, realizzata dal Comune di Verona – Assessorato alla Cultura – Musei Civici di Verona nell’ambito del progetto Verona, Dante e la sua eredità 1321-2021 promosso dal Protocollo d’Intesa interistituzionale, con il patrocinio del Comitato nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, con il contributo di Fondazione Banca Popolare di Verona e di Zalando.
Michael Mazur (1935-2009)
Pittore e incisore originario di New York, attivo nell’area di Boston.
Tra il 1956 e il 1957 visse a Firenze, frequentando l’Accademia di Belle Arti. In questo periodo lesse per la prima volta la Commedia di Dante. Conseguì la laurea all’Amherst College (Massachussetts), perfezionandosi poi alla Yale School of Art and Architecture. Fu docente in varie Università e istituzioni prestigiose negli Stati Uniti e fu attivo nel volontariato, come pacifista e in associazioni a sostegno di giovani artisti.
Sposò la poetessa Gail Beckwith, legame che rinforzò la sua vicinanza al mondo della letteratura e del libro.
Dal 1992 Mazur iniziò a realizzare dei monotipi – tecnica in cui si era già distinto – per l’Inferno tradotto in inglese da Robert Pinsky, pubblicato in volume nel 1994.
Dal 1996 al 2000 l’artista tornò sul tema, creando ulteriori grafiche con la tecnica dell’acquaforte e acquatinta, come quelle in mostra. Le stampe infatti sono riunite in un unico portfolio, che caratterizza l’opera a tutti gli effetti come un libro d’artista, creato grazie alla collaborazione fra Mazur, Pinsky e il maestro tipografo Robert Townsend. L’interesse per la Divina Commedia restò vivo in Mazur fino al 2009, quando lavorò a nuove immagini digitali a colori ispirate anche al Purgatorio e al Paradiso, sempre affiancate a traduzioni di Pinsky.
Robert Pinsky (1940)
Originario del New Jersey, seguì studi filosofici alla Stanford University, in California. Docente nei programmi di scrittura alla University of California, Berkeley e alla Boston University, ha pubblicato numerose raccolte di poesie, saggi, romanzi e traduzioni. Tra il 1997 e il 2000 è stato “U.S. Poet Laureate Consultant in Poetry” alla Library of Congress di Washington. Tra le sue iniziative, ricordiamo il progetto Favorite Poem (www.favoritepoem.org) dedicato a “celebrare, documentare e incoraggiare il ruolo della poesia nella vita degli americani”. Nella sua traduzione in inglese dell’Inferno ha costruito una resa originale della terzina dantesca, basata sulla musicalità e sulla potenza espressiva del verso, più che su principi formali, e improntata a una maggiore leggibilità e forza narrativa.
L’intero progetto Verona, Dante e la sua eredità 1321-2021 è promosso dal Protocollo d’Intesa interistituzionale i cui firmatari sono: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Segretariato Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il Veneto, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Veneto e del Trentino – Alto Adige, Regione del Veneto; Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto – Ufficio VII – Ambito Territoriale di Verona, Università degli Studi di Verona – Dipartimento Culture e Civiltà, Diocesi di Verona, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia; Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza; Regione del Veneto) e con il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni dantesche. Il protocollo prevede anche un comitato scientifico composto da Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, Archivio di Stato di Verona, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano, Biblioteca Capitolare di Verona, Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, Centro Scaligero degli Studi Danteschi, Conservatorio di Musica di Verona “E. F. Dall’Abaco”, Fondazione Accademia di Belle Arti di Verona, Fondazione Toniolo, Kupferstichkabinett, Staatliche Museen zu Berlin, Società Dante Alighieri – Comitato di Verona, Società Letteraria di Verona, Vicariato per la Cultura, Università e Sociale della Diocesi di Verona.
FONTE: Studio Esseci. Testo e foto sono pubblicati per il solo fine di presentare l’iniziativa culturale in oggetto