GUERRA E PACE, FRA DIPINTI E MUSICA

Murale del dipinto “Guernica” di Picasso realizzato in piastrelle e a grandezza naturale. Ubicazione: Guernica (via Allendesalazar, 11), fonte: Wikipedia Commons

VITERBO. Vorrei proporvi sei famose opere d’arte e due canzoni altrettanto note per parlare in modo dell’atrocità della guerra e della bellezza della pace.

Per approfondire l’argomento, suggeriamo il libro Segni di pace. L’arte contro la guerra, a cura di P. e M. Stracci, acquistabile cliccando qui.

LA GUERRA

Otto Dix, “Trittico della guerra”, 1929/1932, tempera su tavola, quattro pannelli, collezione Van de Velde, Anversa.

Questa grande opera, che misura cm. 204×204 per il pannello centrale, cm. 204×102 per i pannelli laterali e cm. 60×204 per il pannello inferiore, è impostata come una pala d’altare, ispirata ai trittici rinascimentali, ma al posto di figure celestiali troviamo l’inferno della guerra, in questo caso il riferimento è la 1^ guerra mondiale. Nei tre pannelli in alto l’artista ci mostra tutta la distruzione bellica, soldati al fronte che combattono, paesaggi in rovina che assumo una dimensione spettrale, colori nebbiosi, lividi. Nel pannello in basso, invece, diversi uomini sono affiancati, distesi, non si sa se in una situazione di riposo, o di morte.

Pablo Picasso, “Guernica”, 1937, olio su tela, cm. 349×777, Museo Nazionale Centro d’Arte “Reina Sofia”, Madrid.

 Quest’opera di Picasso viene considerata non tanto un quadro che rappresenta un fatto accaduto, ma un vero e proprio fatto storico, un documento delle atrocità della guerra, in particolar modo ci parla del bombardamento nazi-fascista della città basca di Guernica, bombardamento avvenuto il 26 aprile del 1937, durante la guerra civile spagnola. In questo capolavoro sembra proprio di sentire le urla, lo strazio, la devastazione dove tutto viene spezzato, distrutto, c’è il soffio mortale della guerra che, come un vento sinistro, porta via il colore della vita. Il grande dipinto è stato esposto anche in Italia, una sola volta, nel 1953, a Milano, a Palazzo Reale che recava ancora, nella sua struttura architettonica, le ferite della devastazione dei bombardamenti della 2^ guerra mondiale.

Salvador Dalì, “Il volto della guerra”, 1940, olio su tela, cm. 79×64.

Questo quadro è stato realizzato da Dalì nel periodo iniziale della 2^ guerra mondiale e reca tutte le negatività legate a questo tragico evento. Un volto disumano domina gran parte della superficie del dipinto, tutto sa di morte, il colore bruciato del viso, le cavità della bocca e degli occhi sono rappresentate con dei teschi che, a loro volta, recano altri teschi, poi ci sono serpenti minacciosi, aggressivi, che circondano l’immagine che si staglia su un paesaggio arido, desertico, inospitale! E’ la crudeltà della guerra che porta solo morte!

Jovanotti, Ligabue, Piero Pelù, “Il mio nome è mai più”, 1999.

Canzone ispirata alla guerra del Kosovo degli anni novanta che è diventata il manifesto contro tutte le guerre, come condanna nei confronti di qualsiasi forma di militarismo. I proventi derivati dalla vendita del disco vennero devoluti a Emergency, l’associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite, promotrice di una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

LA PACE

Henri Matisse, “La danza”, 1910, olio su tela, cm. 260×391, Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.

 L’artista francese ha fatto due versioni su questo tema, la prima, del 1909, si trova al Museum of Modern Art di New York. Questo grande dipinto, già nei colori scelti da Matisse, ci parla di un grande equilibrio e di una grande armonia che ci fa pensare alla Pace. Il blu del cielo, il verde intenso dei prati e il rosso dei corpi. Quello che colpisce, poi, è l’unione delle figure che si tengono per mano e che determinano un ideale forma circolare, una sorta di festoso girotondo. La condivisione, l’amicizia, la fratellanza, tutte cose che rimandano, appunto, al concetto di Pace.

Pablo Picasso ha iniziato nel 1949 a disegnare la “Colomba Pace”, diventata il simbolo, appunto, della Pace, contro tutte le guerre. La colomba, nella sua candida purezza, si contrappone allo sporco della guerra, inoltre, in questo mite uccello, c’è anche il riferimento biblico dell’Arca di Noè, con la fine del Diluvio Universale testimoniata proprio dal ritorno, sull’ Arca, della colomba che porta nel becco un ramoscello d’ulivo. L’artista spagnolo, nel corso della sua lunghissima attività, disegnerà più volte questa immagine. Da notare, anche, che Picasso, nel 1949, anno del suo primo disegno con l’immagine della colomba come simbolo di pace, diventerà padre di una figlia che chiamerà Paloma che in spagnolo significa colomba. Il disegno è stato realizzato da Picasso su un manifesto in occasione del Congresso mondiale dei partigiani della pace, a Parigi, nel febbraio del 1949, ed oggi è conservato al Museo d’Arte Moderna di Parigi.

Keith Haring, “Tuttomondo”, 1989, murale, cm. 1000×1800.

Quest’opera che si trova a Pisa sulla parete esterna della chiesa di Sant’Antonio Abate, è una sorta di danza gioiosa, di grande vitalità, molto colorata a simboleggiare proprio qualcosa di positivo, di dinamico, dove le figure, stilizzate, comunicano tra loro, si cercano, condividono qualcosa di molto importante che rappresenta proprio la Pace e l’Armonia del mondo.

Antonello Venditti, “Ma che bella giornata di sole”, 1988.

E’ una canzone contenuta nell’album “In questo mondo di ladri”, del 1988, ed è dedicata al 25 aprile del 1945, giorno della “Liberazione”, cioè della fine della 2^ guerra mondiale. In questa canzone si avverte la voglia di rinascita, la prospettiva di un futuro pieno di speranza, dopo tanta sofferenza e tanto orrore vissuto a causa della guerra.

AUTORE: ALFONSO TALOTTA