ECCO PERCHÈ HA ANCORA SENSO PARLARE DI “MUSA ISPIRATRICE” NEL 2020: A COLLOQUIO CON MARIO VESPASIANI

Mario Vespasiani, Mara as Muse (Courtesy of the Artist)

MILANO. Quello della musa ispiratrice è un elemento fondamentale che attraversa l’arte lungo i secoli e s’inquadra in un rapporto che va oltre la semplice “conoscenza” o “collaborazione” fra l’artista, sia esso un poeta, un letterato, un fotografo o un pittore, e colei o colui che ispira e illumina il percorso creativo o una parte rilevante di esso.

Sulle muse dei grandi pittori rimando a un interessante articolo di Irene Dominioni, “Le donne (e muse) degli artisti più famosi” (https://www.stilemargherita.it/le-donne-e-muse-degli-artisti-piu-famosi/) e al sito Artesplorando (https://www.artesplorando.it/), che propone una specifica rubrica sull’argomento, “Le Muse e gli Artisti”.

Quello che viene da chiedersi è se, nel 2020, abbia ancora senso parlare di musa ispiratrice, oppure se ciò risulti anacronistico, completamente fuori dal tempo.

Non si tratta dunque di una moda o di un pensiero passeggero, quanto piuttosto di una riflessione, questa, che s’inquadra in un aspetto ben più complesso del fare arte, ovvero quello ispirare qualcosa a un artista per creare. Infatti non sembra peregrino pensare che un’opera d’arte, di qualsiasi tipo, non nasca se non raramente, per puro caso, ma sia in qualche modo espirata.

Generalmente gli artisti, sollecitati sull’argomento, rispondono che la loro fonte d’ispirazione è la natura, umana o vegetale, o addirittura entrambe, ritenendole per certi aspetti coincidenti.

Tralasciando gli esempi più o meno illustri dell’arte antica o novecentesca, quindi cronologicamente più vicina a noi, torna prepotentemente il quesito da cui siamo partiti: ha senso parlare ancora di musa oggi?

Per cercare di rispondere a questa domanda, l’ho rivolta a uno dei più talentuosi artisti contemporanei, Mario Vespasiani (http://www.mariovespasiani.com/), il quale ha fatto proprio della musa uno fra i motivi centrali della sua esperienza creativa.

Mario, con la consueta cortesia e disponibilità, mi ha illuminato proponendomi le sue riflessioni in merito. La sua Musa è, come noto, la moglie Mara, protagonista di opere che suscitano sensazioni profonde che raggiungono direttamente il cuore di chi le osserva.

Lo studio dei dettagli, della postura, dell’ambientazione e del look, oltre che dell’angolo di ripresa sono solo alcuni degli elementi che determinano la composizione di Vespasiani. Il suo è un “dialogo” costante, silenzioso ma profofondo, con Mara, che si traduce immagini che rappresentano emozioni.

Molto interessante, inoltre, è lo studio della luce e del chiaroscuro che non funge affatto da “quinta teatrale” ma appare come parte integrante dell’insieme, elemento imprescindibile senza il quale l’opera non sarebbe veramente completa.

Ecco quindi le risposte di Mario e, di seguito, le foto e il video della Trilogia Mara as Muse che sono significativi per comprendere il senso della ricerca di un artista così originale e del rapporto con la sua musa ispiratrice. 

Cosa significa per un artista contemporaneo avere una Musa?

Significa condividere un percorso con una persona che sa illuminare dove tu non guardi, vuol dire immergersi con un unico respiro e trattenere il bacio. Significa rivalutare quel concetto che moda, cinema e pure l’arte gli hanno cucito addosso in questo mezzo secolo.

Banalizzandolo e riducendo la ragazza di turno ad una forma-contenuto da prendere in prestito a secondo della campagna pubblicitaria o della trama che si intende mettere in scena, poi passare ad un’altra.

Oggi queste donne sono diventate muse intercambiabili, dunque più sagome intercambiabili che muse. Per me è l’esatto contrario, la Musa con la M maiuscola è eterna, è la presenza che completa un’intuizione più alta di quella umana.

Non a servizio dell’artista ma come sua esatta metà, diversa, sconosciuta e magnetica. Per chi ha fede, come me, la ritengo tra i più alti riflessi del Divino, in quanto la creazione è tutta una lode a ciò che i nostri occhi non potrebbero contenere.

Ha ancora senso parlare di muse nel 2020?

Dipende sempre da cosa percepiamo, da cosa a cui siamo attratti. L’arte contemporanea per esempio ha da tempo bandito il concetto di bellezza dal suo vocabolario, che infatti viene guardata come decorativa e anacronistica, dunque inattuale a raccontare le urgenze del presente.

E con tutti i pregiudizi che si porta dietro, figurati se può accettare l’idea della musa, che è invece un concetto che abbraccia due poli opposti, fondendoli e ricreandoli di nuovi. In questo fare arte si attua la scoperta del senso del sacro, nel sentirsi testimoni di un messaggio che si rivela ad ogni generazione, che adatta i codici ma che si tramanda con la tradizione e con l’iniziazione.

Arte non è ricerca della bellezza, perché è già insita in sé, è invece fusione dell’armonia personale, del nostro battito vitale con quello del mondo e persino più su. Siamo navigatori di un sentimento oceanico, nel quale ogni artista troverà la sua Mara. Molliamo dunque le vele quando c’è buon vento, fidiamoci dell’ispirazione che soffia.

Quindi la Musa può e deve essere solo una, oppure ci possono essere “tante” muse?

Nel mio caso la Musa è una e corrisponde ad una persona precisa fin dall’inizio della mia carriera, ma nel passato ogni arte aveva la sua, quindi non mi meraviglierei di scoprine altre.

Mara ad esempio non appare costantemente nella mia opera, ma la percepisci. Come nella vita, non ama essere protagonista in maniera chiara e prepotente, ma di sponda.

C’è tra le righe, come quel vedo non vedo che seduce, la sua carica erotica è quella che sa mettere a nudo con uno sguardo. Possiede un fascino di altri tempi, una propria ritualità, che è innata da un lato, ma anche studiata, osservando le persone che più la affascinano, leggendo molto.

Se confrontata alle sue coetanee del mondo dello spettacolo, più smaliziate e agguerrite, la si distinguerebbe per la naturalezza, dunque sparirebbe da sola, perché imparagonabile.

AUTORE: SIMONE FAPPANNI – RIPRODUZIONE RISERVATA

SI RINGRAZIA MARIO VESPASIANI per le immagini, l’intervista e il link al video Mara as Muse

SITO UFFICIALE DELL’ARTISTA: http://www.mariovespasiani.com/

PER APPROFONDIRE: Lisa Minichiello, Mara l’ultima vera musa contemporanea, in “StyLise”, al seguente link: https://www.stylise.it/arte-e-cultura/mara-lultima-vera-musa-contemporanea/?fbclid=IwAR3hdFWKuFuew34_tjFnQPkSFHaT5oCxZB9haWH4IxcPuaF385Y5kaBm0RQ