La maggior parte degli artisti ambiscono, legittimamente, a vendere i loro quadri, soprattutto durante le mostre. Altri invece, altrettanto legittimamente, si tengono ben stretti i loro lavori.
Una volta sola, in tanti anni che mi aggiro per esposizioni di vario tipo, ho visto un artista regalare i suoi quadri.
Me lo ricordo questo pittore. Il “maestro Oreste”, come tutti lo chiamavano. Io lo conoscevo di vista e quando un gallerista mi ha chiamato a presentare al pubblico la sua esposizione, mi sono sentito davvero un privilegiato.
Dopo il mio discorso introduttivo è iniziato il vernissage, il momento in cui solitamente viene offerto un aperitivo e il pubblico ha modo di avvicinare l’artista e rivolgere domande o considerazioni su quanto appeso alle pareti. Il “maestro Oreste” ascoltava in silenzio, attentissimo. Poi chiedeva: “questo quadro le piace?”.
Naturalmente in tutti i casi la risposta era affermativa. Ed ecco che l’artista, facendosi aiutare da me dato che era avanti con gli anni, toglieva l’opera dal chiodo dov’era appesa e la regalava all’incredulo visitatore. Dopo l’ennesimo quadro donato gli ho chiesto il motivo di questa scelta.
“Fra poco devo partire, quindi cosa me ne faccio di tutti questi quadri?”, mi ha detto. Alla fine del vernissage alle pareti non c’erano più quadri. Solo cornici vuote, un po’ come nella foto qui sopra. Lui se n’è andato soddisfatto. Per sempre. Buon Paradiso, “maestro Oreste”.
AUTORE: SIMONE FAPPANNI – RIPRODUZIONE RISERVATA