NEL GIARDINO DI VERDIANA: NATURA MORTA E FIORE NELL’ARTE

La copertina del volume

MILANO. Nel Giardino di Verdiana è un agile compendio scritto a più mani, quasi un instant book, curato da Simone Fappanni che pone al centro la natura morta e il fiore, tra i soggetti più amati dai pittori di ogni epoca. La copertina presenta il particolare di un dipinto della pittrice Tina Perini, Dicono che i fiori siano le parole della terra.

Questo volume si propone di offrire una breve sintesi concettuale delle principali interpretazioni artistiche di questi due soggetti.

Non si ha dunque la pretesa di analizzare ed approfondire, in un numero assai contenuto di pagine, l’evoluzione di un genere, tuttora in fieri, quanto piuttosto cercare di offrire al lettore elementi utili per poterne individuare i momenti di sviluppo fondamentali, specie attraverso opportuni riferimenti ai grandi maestri, parecchi dei quali si sono lasciati piacevolmente affascinare da questi elementi dell’universo naturale, da sempre fonte d’ispirazione.

L’inizio della ricerca qui prende le mosse dal Cinquecento, in modo da offrire un quadro attendibile dello sviluppo del genere naturamortista.

Ovviamente ciò non significa considerare di secondaria importanza ciò che è stato fatto in precedenza, quanto piuttosto individuare un momento cruciale di sviluppo del genere e da esso esaminarne sinteticamente lo svolgimento sino ai nostri giorni, ove non smette di attrarre anche le giovani generazioni di creativi.

Di qui l’opportunità di suddividere il testo in cinque capitoli. I primi cinque di carattere sinottico, attraverso contributi sulla natura morta nella pittura italiana del Cinquecento e del Seicento (Elena Gavazzi), del Settecento (Teresa Cavallini), dell’Ottocento (Marcello Tosi) e del Novecento, non senza alcuni cenni all’attualità (Simone Fappanni).

Nella seconda parte del volume viene affrontato il tema floreale all’interno della storia dell’arte.

Analogamente a quanto fatto a proposito della natura morta, vengono richiamati quegli autori che hanno interpretato in maniera personalissima il tema, ponendosi spesso come esempio per i pittori coevi o, addirittura, per le generazioni successive.

Si tratta, insomma, di un percorso all’interno del comporre che, certamente, non può non affascinare per la ricchezza dei contenuti e la pregnanza delle ideazioni segnico-coloristiche e gestuali.