QUI E ALTROVE: DOMENICO CASTALDI ESPONE NELLA CITTÀ DEI GONZAGA

MANTOVA. Continua l’interessante programmazione della storica Galleria Arianna Sartori che, nella sala di via Ippolito Nievo 10, presenta la mostra personale dell’artista Domenico Castaldi “QUI e ALTROVE”, fino al 13 maggio 2021. La mostra è corredata da un testo del critico Brosis Brollo.

QUI e ALTROVE

Qui e Altrove sono due avverbi di luogo che designano spazi e luoghi diversi ed è impossibile occuparli contemporaneamente a meno di avere il dono dell’ubiquità. Ma, oggi sappiamo che psicologicamente la cosa è possibile. Ne fa testo l’esperienza letteraria di Emilio Salgari che ci descrisse l’India braminica e colonialista grazie ai suoi romanzi ambientati in quel continente senza avervi mai sostato, ma leggendo con la fantasia la geografia dell’epoca. Quindi la fantasia, l’arte ci permettono di vagare nel mezzo di questi due poli antistanti: “qui e altrove”. L’arte, ossia la creatività, diventa così un cuneo che si pone fra i due avverbi e ci sciorina la sua forza descrittiva di fughe fantastiche. Siano esse, poesia, letteratura o arte visiva. In questo caso una serie di quadri. Quali momenti di un percorso misterioso in cui l’Artista ci attira e ci fa muovere fra le sue visioni. In questo intervallo tutto è permesso, è un rimescolare le carte un po’ come il romanzo di Alice nel Paese delle Meraviglie. Tutto funziona regolarmente anche se a rovescio. Qui nell’intervallo è bandita la realtà, essa si ricostruisce in maniera fittizia, diventa surrealtà, non tanto nella espressione figurativa dei quadri esposti, bensì nella loro disposizione temporale, mentale e storica che segue l’andamento della volontà dell’Artista.

La nuova personale di Domenico Castaldi (Mimmo) alla galleria Arianna Sartori di Mantova è stata da lui concepita come un viaggio formato dai suoi quadri che si inserisce come un cuneo fra il Qui e l’Altrove da lui predisposto. Usa la mostra, e in maniera più restrittiva il quadro,  quale soglia fantastica per portarci al di là dell’osservato e osservabile. Un po’ come nelle Porte Regali di Pavel Florenskij dove la dimensione spirituale fa da soglia ad un avanti ed indietro, quale passaggio dal buio alla luce e viceversa. Il quadro, l’opera, diventa di per sé motivo di riflessione per lo spettatore e di ricomposizione psichica delle sue immagini mentali, del suo corredo coscienziale, e pertanto lo riporta alla sua interiorità o ne crea , grazie all’abreazione, un trauma di rigetto . Comunque in entrambi i casi pone lo spettatore in una posizione di sospensione muta e colloquiale con l’opera. I quadri servono come tappe per una riflessione data allo spettatore che li può, così, interpretare come usare le loro immagini per percorrere uno stimolante percorso nelle forme estetiche.

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Il viaggio che ci propone Domenico Castaldi parte da uno Scenario indefinito dove la pittura si sfalda senza lasciare una trama ben precisa e lo segue La Sera: altro quadro dove l’incertezza dell’atmosfera si colora di blu come tipica atmosfera di passaggio declinante della luce. Seguono l’Anima del Fuoco, quasi un bisogno chiarificatore di luce che ci fa vedere il Caos, dell’anima? Del mondo? dell’esistenza? Alcune scene tentano di fermarsi in impressioni fisse, benché momentanee, quale bisogno di certezza ed ecco allora apparire Vigneto Rosso, Natura in Movimento, il Grande Rosso, Alberi Neri. Fino al Miracolo (omaggio al Tintoretto e al suo Miracolo di San Marco delle Gallerie veneziane) il quale ci riporta alla luce, una luce interiore, perciò più ferma perché certa e dà sicurezza a noi stessi.

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E quindi ecco i Voli Notturni, seguiti da il peso de Il Capitello e l’inchino alla scultura con l’omaggio a Michelangelo ed infine L’Incendio che dà dimostrazione della necessità di una Tabula Rasa, che azzeri tutto il passato: la scientificità e la spiritualità di una pittura come sofferenza per ritornare alla pasta della materia cromatica. In una fede quasi da controriforma col suo ultimo quadro di questo viaggio dal titolo: PCTO che a mio avviso altro non è che un lapsus freudiano in quanto voleva essere PICTO : dipinto da…. Alcuni altorilievi in terra cotta smaltata danno vigore a questa mia ipotesi, almeno nella descrizione di questo “viaggio” fantastico propostoci dall’artista Castaldi, di un ritorno alla plasticità fisica, cioè al bisogno di essere materia anche se manipolata dalla coscienza artistica. Boris Brollo, settembre 2020

CREDITS. Foto e testo: courtesy of Galleria Arianna Sartori.