HORTUS IN BIBLIOTHECA: UN ITINERARIO NEL GIARDINO DELLA MINIATURA IN UN PREZIOSO VOLUME

Codice delle Metamrfosi di Ovidio

CESENA. “Hortus in bibliotheca. Un itinerario nel giardino della miniatura”, a cura di Marino Mengozzi, ricercatore e storico, direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi di Cesena-Sarsina, per i Quaderni della Biblioteca Malatestiana, è il volume che ha recentemente raccolto i saggi presentati al convegno di studi (Cesena, 5-6 ottobre 2018) che ha illustrato importi aspetti decorativi e iconografici del patrimonio della biblioteca cesenate. Un percorso che conduce sulle tracce di una storia religiosa e  culturale che abbraccia l’intero occidente della cultura medievale e umanistica.   

Il volume riporta le relazioni svolte al convegno da Beatrice Alai (“Primi appunti sui manoscritti di San Pietro martire di Cesena in Malatestiana”), Gianluca del Monaco (L’Infortatium miniato della Biblioteca Malatestiana”), Fabrizio Lollini (“Minime considerazioni sui bianchi girari cesenati”), Lucrezia Signorello (“La tradizione del ritratto numismatico nell’illustrazione dei codici malatestiani delle “Vitae” di Plutarco”), Cristina Venturini (“L’alterna fortuna iconografica del mito di Perseo nei codici medievali delle “Metamorfosi” di Ovidio”).

Mengozzi, come emerge l’altissimo valore artistico e culturale di questo ‘Giardino della miniatura’? 

«Fra i centri di produzione di quest’arte peculiare e magnifica della miniatura c’è Cesena con la Malatestiana, unica al mondo per avere mantenuto “in situ” edificio e manoscritti (la ragione per cui l’Unesco nel 2005 l’ha proclamata “Memoria del mondo”). Nello scrigno quattrocentesco promosso da Malatesta Novello, d’intesa con i francescani che abitavano quel complesso conventuale dotato di “studium”,

sono custoditi preziosi codici latini, greci ed ebraici, arricchiti dal lascito di Giovanni di Marco da Rimini, medico del Malatesti. Ma più preziose ancora sono le meravigliose miniature che li decorano, mirabile patrimonio di immagini e decorazioni al servizio del testo, prima che degli occhi: per questo paragonabili a un giardino con la sua varietà di fiori e colori, capaci di esercitare grande fascino ancora oggi. Basterebbe sfogliare il poderoso volume appena pubblicato di Jonathan J. G. Alexander “La miniatura italiana del Rinascimento 1450-1600” (Einaudi, 2020)».

Perché in questo lavoro di studio e ricerca, come si legge nella presentazione al volume, si intravede un segno importante per il futuro della Biblioteca? 

«Per almeno due ragioni. La prima: gli autori delle approfondite indagini e dei testi critici sono giovani, e tre su cinque donne. La seconda: già in possesso di metodo scientifico e conoscenza vasta, con significativi titoli nei rispettivi curricula, i redattori dei contributi si manifestano capaci di analizzare in profondità e far dialogare codici, copisti, miniatori e biblioteche, spaziando in istituzioni nazionali e internazionali, connettendo fonti, stili, discipline e peculiarità».

In che maniera anche attraverso l’idea e il progetto di una collana come “I quaderni della Malatestiana” si manifesta l’impegno per la valorizzazione della sua storia e della sua tradizione di studi? 

«La collana è stata progettata qualche anno fa dal Comitato scientifico della Biblioteca, in vista delle celebrazioni per il 600° anniversario della nascita del signore di Cesena (1418-2018), con il preciso intento di valorizzare un tesoro che si palesa come la sintesi di una doppia “respublica, litteraria e christiana” (non va dimenticato che stiamo parlando di una biblioteca conventuale), portando a unità tradizione medievale e innovazione umanistica. Quindi tali strumenti vogliono prolungare la testimonianza, come l’ha definita Giordana Mariani Canova: “di una ricerca in cui ragione e fede, logica e fantasia, aristocrazia del potere e culto dei classici si compongono in un senso alto dell’uomo e della sua storia interiore”. Ora la Malatestiana ha un direttore scientifico, la valente Giliola Carmen Maria Barbero: so che sta lavorando a diversi progetti, fra i quali la prosecuzione dei Quaderni, rivelatisi (così era, del resto, l’intento originario) confluenza di seria ricerca e spunto di studio ulteriore».

AUTORE: MARCELLO TOSI