KLIMT: L’UOMO, L’ARTISTA E IL SUO MONDO IN MOSTRA A PIACENZA

Gustav Klimt, Ritratto di Signora, 1916-17. Olio su tela, 68×55 cm. Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

PIACENZA. Gli spazi della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e dell’XNL – Piacenza Contemporanea ospitano la mostra-evento Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo, uno spaccato del Novecento visto attraverso l’arte della Secessione Viennese.

L’allestimento propone ben centosessanta opere fra dipinti, grafiche e sculture, provenienti da una ventina di raccolte, prima fra tutte il Belvedere e la Klimt Foundation di Vienna.

L’evento ruota attorno al celebre Ritratto di signora, fra i gioielli della raccolta piacentina, sottratto nel febbraio 1997 e incredibilmente ritrovato nel dicembre 2019 in un vano esterno della struttura. L’esposizione è curata da Gabriella Belli ed Elena Pontiggia, con il coordinamento scientifico della direttrice Lucia Pini e la collaborazione di Valerio Terraroli Alessandra Tiddia.

In apertura, il percorso espositivo propone delle significative incisioni che disegnano la parabola del simbolismo di matrice europea, con pezzi di Klinger, Redon, Munch, Ensor, Khnopff e von Stuck, oltre alle sculture di Minne e dello stesso Klinger.

Ciò fa da ideale preludio all’omaggio dedicata ai fratelli Georg ed Ernst e a Franz Matsch. Si tratta, insomma, di riferimenti importanti per comprendere l’importanza dell’esperienza della Secessione Viennese, fondata da Klimt e da altri diciassette artisti nel 1897. Un periodo particolarmente felice per il pittore dal punto di vista compositivo, come attestano opere del tenore del Ritratto di Josef Pembauer (1890), Signora con mantello e cappello su sfondo rosso (1897-1898), Signora davanti al camino (1897-1898), Dopo la pioggia (1898), Le amiche I (Le sorelle) del 1907 e Ritratto di Signora in bianco (1917-1918). Molto interessante è pure la parte riservata ai laboratori d’arte decorativa aperti a Vienna da Josef Hoffmann e da Kolo che introduce all’universo delle Wiener Werkstätte, con varie componenti in argento, vetro e ceramica.

Non mancano neppure i manifesti della Secessione, fra cui quello di Klimt intitolato Teseo e il Minotauro (1898) che fu persino censurato. In chiusura della mostra merita un’attenzione particolare la ricostruzione del monumentale Fregio di Beethoven. Una mostra, dunque, particolarmente interessante da visitare con il mano l’ampio catalogo edito da Skira. La rassegna chiude il 24 luglio.

AUTORE: Simone Fappanni

FONTE: comunicato stampa e press kit Uf. stampa Arthemisia