LUIGI ONOFRI. Quando la parola acquerello è sinonimo di passione creativa

Ospite di oggi di “Un caffè con l’Artista” è il mio carissimo amico Luigi Onofri, eccellente acquerellista che pratica e insegna questa nobile arte a tantissimi allievi in quel di Pordenone con la sua straordinaria padronanza tecnica e il suo stile poetico.

Persona squisita e carismatica, come tutti i grandi artisti è persona che non ama vantarsi dei suoi innumerevoli successi.

Cosa significa per te dipingere ad acquerello?

Estraniarmi dalla realtà; dare spazio alla creatività ricercando in ogni nuovo lavoro qualcosa di diverso o nella composizione, o nel cromatismo, ma anche nelle pennellate, assecondando nuove idee, nuovi modi di affrontare sulla carta il soggetto. Sperimentando carte diverse per grana superficiale, ma anche per grammatura e composizione: 100% cotone o cellulosa.

Quando e come ti sei a questa tecnica?

Da giovane ho sempre avuto la passione di disegnare e dipingere, poi abbandonata per le esigenze di vita (lavoro e famiglia). A quarant’anni si è riaccesa la fiamma grazie a mia figlia interessata ad un corso di incisione su lastra di zinco. Vi ho partecipato anch’io, per poi costruirmi il torchio. Ma nell’incisione mi mancava il colore e la partecipazione ad un corso di acquerello mi ha fatto innamorare di questa tecnica.

Quali sono, a tuo parere, le potenzialità dell’acquerello?

Le trasparenze che il tipo di pigmenti permette. La luce sfruttando in modo abile il bianco della carta, ma il maggior fascino è derivato dalla fusione dei colori e dalle variazioni cromatiche che ne derivano, giocando sulla minore o maggiore umidità della carta.

Quali soggetti prediligi?

Un po’ tutti e a seconda del periodo: città, campagna, montagna, mare, animali, fiori e qualche ritratto. Ultimamente sono attratto da scorci di città, compresa la mia Pordenone, dove le persone si muovono nella loro normalità. Però Venezia rimane sempre uno stimolo eccezionale che la punta del mio pennello ritrova frequentemente.

Quando insegni ad acquerello quali sono le prime raccomandazioni che dai agli allievi? Quali le difficoltà che incontro e le soddisfazioni emergono?

La tecnica dell’acquerello, come risaputo, non è facile e per questo ci vuole pazienza e determinazione, con tantissimo allenamento. La confronto spesso a chi vuol imparare a suonare la chitarra o il pianoforte. Per ottenere dei risultati e necessario provare e riprovare, prendere confidenza con i pigmenti, i pennelli, la carta e l’acqua in tutte le loro variabili. Queste sono le mie prime raccomandazioni a coloro che desiderano cimentarsi nell’acquerello, anche se pochi le mettono in pratica, creando a se stessi ma anche a me continue difficoltà, costringendomi a riprendere quasi dal principio certe operatività. Le più grandi soddisfazioni le provo quando un acquerellista, non più allievo, si stacca per proseguire il  cammino da solo.

Cosa, a tuo parere, la tecnica dell’acquerello offre in più rispetto le altre tecniche.

La possibilità di realizzare un soggetto con eccezionali trasparenze e luminosità impossibili con altre tecniche pittoriche. Dipingere ad acquerello porta inoltre all’imprevedibilità di un risultato che, se pur in parte guidato, offre delle soluzioni diverse da quelle inizialmente volute, ma non meno belle e spesso più affascinanti.

Qual è la tua principale fonte di ispirazione?

Qualsiasi soggetto la cui atmosfera mi stimoli per luce, cromatismo, ma nello stesso tempo rappresenti anche una sfida da poter superare.