Prosegue con successo, anche dopo il lockdown, Per aspera ad Astra (attraverso le asperità sino alle Stelle), l’evento artistico-sociale ideato da Mario Vespasiani. Egli, come si legge nelle note informative, «ha pensato di creare una storia fatta di immagini condivise, in cui ogni partecipante è stato chiamato ad esprimere il suo stato d’animo nell’osservare un particolare intimo, uno scorcio del proprio universo domestico e dare origine a una storia personale, a un racconto fino ad ora mai considerato, fatto di forme e colori propri». L’iniziativa, pertanto, offre l’opportunità di condurre «l’osservazione di noi stessi e la condivisione di un istante per contrastare la paura, interiore e dell’altro, di un elemento invisibile come di un vicino di casa. Vista tale frammentazione della società ho pensato di ricostruire un ipotetico ed infinito mosaico che si compone tassello dopo tassello, dove ogni immagine è una presenza, una persona». Vespasiani ha gentilmente risposto a diverse domande su questo suo originale evento.
Quando è nata l’idea?
L’idea è nata immediatamente, quando mi sono reso conto della complessità della vicenda, inaspettata quanto drammatica e che non sarebbe stata solo legata ad una problematica fisica ma anche psicologica. Quindi ho immaginato un evento in grado di contrastare una simile tensione con un esercizio che provava con pochi e intuitivi passaggi a rasserenare occhi, mente e cuore.
In cosa consiste esattamente?
Il concetto è molto semplice: ho cercato di rivolgermi alle persone più sensibili, invitandole a distogliere per quanto possibile l’attenzione dalle notizie drammatiche e dalla paura che serpeggiava, per rivolgerla al contesto quotidiano che inaspettatamente tutti siamo stati costretti a vivere. Ho chiesto di far caso agli oggetti, ai dettagli, insomma le piccole cose che ci hanno sempre circondato ma a cui spesso non abbiamo mai dato importanza o la giusta attenzione e di fotografarlo col proprio telefono. L’idea di fondo era quella di continuare a coltivare la propria interiorità in maniera spontanea, così come dovevano risultare gli scatti.
Chi può partecipare e come?
Possono partecipare tutte le persone di ogni età e nazionalità, semplicemente scattando una foto alla forma astratta (ossia non immediatamente riconoscibile) che, anche oggi dopo il termine del lockdown, ci appare improvvisamente davanti, tra i vari impegni quotidiani o durante la fase di relax. L’immagine poi può essere spedita all’indirizzo: info@mariovespasiani.com la quale sarà pubblicata sul mio profilo Instagram che per l’occasione ha preso il nome del progetto.
Pensi che l’arte, in ogni sua forma, possa essere d’aiuto in questo difficile momento?
Certamente anche l’arte ha una sua utilità, riguarda però un aspetto invisibile e del nostro quotidiano, quello delle emozioni e della meraviglia, elementi che fanno parte della natura umana più profonda. L’arte possiede una profonda vocazione a cogliere il “sentimento” a creare una empatia con lo spettatore attraverso codici propri e spesso inspiegabili e a farci vedere il mondo con occhi nuovi.
La cultura in generale a mio avviso è un mezzo efficace per rispondere alle difficoltà perché si muove su un piano inclinato da un continuo dare e avere. Tutto ciò non potrà mai essere quantificato, perché per ciascuno di noi sarà diverso, quindi stimolante, dinamico e sorprendente a secondo della persona o dello stato d’animo. Evidenziando la nostra unicità e la nostra impronta nel grande disegno della vita.
Ulteriori informazioni:
Cos’è un’opera astratta: L’arte astratta è fatta di immagini che esprimono concetti attraverso la combinazione di forme, colori e linee, si ottiene semplificando sempre più l’immagine, fino a renderla irriconoscibile e affidando ai colori e alle nuove forme che si creano altri significati.
Dove vedere tutte le immagini: Instagram – Mario Vespasiani
Web site: www.mariovespasiani.it
Immagine di Per aspera ad Astra di Mario Vespasiani (Courtesy of the Artist)